La nota di protesta sulle vicende dell’ospedale fatta uscire dai socialisti narnesi nelle scorse ore è stata come una rondine d’inverno: inusuale, inaspettata, che però ha rotto il tanto silenzio intorno all’Ospedale di Narni, che sta chiudendo nell’indifferenza generale. Ad Assisi, tanto per fare un esempio la stessa Cgil ha protestato per come stanno andando le cose dopo la chiusura del loro punto nascita.
A Narni invece, in una situazione davvero molto seria, tranne i socialisti che cercano di tirare fuori l’argomento dal dimenticatoio, nessuno se ne interessa più come si desse già per chiuso. Non interessa ai commercianti ed alla piccola imprenditoria che ne sarebbe penalizzata brutalmente a breve e, soprattutto, a lungo termine, quando inizieranno a diminuire gli abitanti. Ma i commercianti a Narni si preoccupano solo per il traffico, come direbbe Jonny Stecchino, solo se qualcuno deve o meno parcheggiare davanti alla porta del proprio negozio. Per i veri problemi fanno finta di non sentire anche perché praticamente tutti fanno sempre parte della parte politica che governa, altrimenti perché non sono mai stati installati le telecamere per il centro storico?
Ma non protestano più nemmeno i lavoratori che hanno visto diminuire di tre volte l’attività di un complesso che diventerà, ad essere lungimiranti, un poliambulatorio e niente più. Eppure ancora chi sa protestare, nel Terzo Millennio, c’è ancora: Angelo La Rocca il sindaco di Monteleone di Orvieto, che siede sulla poltrona senza percepire alcuno stipendio, ha iniziato lo sciopero della fame perché la Provincia non manuteneva la strada d’accesso al suo paese. Angelo, dopo tante promesse, s’è messo davanti al comune rifiutando il cibo: il Presidente della Provincia si è dovuto precipitare a fargli vedere i progetti per le strade che saranno completate a giugno. Angelo ha preso per buona la promessa, ha interrotto il digiuno che riprenderà, sono le sue parole, il giorno che verrà disattesa.
A qualcuno sarebbe anche piaciuto un atteggiamento uguale dal Sindaco Francesco De Rebotti che è stato bellamente gabbato dalla sua collega di partito Catiuscia Marini, che ha promesso, promesso, promesso ma invece ha chiuso, chiuso, chiuso. Lo sciopero della fame di De Rebotti? magari no, ma una forma plateale di protesta si impone se non si vuole vedere chiuso uno dei caposaldi della città, caposaldo che è venuto meno per lo sciocco atteggiamento rinunciatario che era stato messo in campo da Stefano Bigaroni prima e perseguito poi da Francesco De Rebotti.
Ma nemmeno l’opposizione si è spesa: da parte sua qualche lettera di protesta a basta. Certo, loro sanno che la chiusura dell’Ospedale sarà la fossa della sinistra ma in ballo vi sono i destini della città. Se si deve aspettare che siano i socialisti a fare una protesta…..
Nella foto da sinistra il direttore dell’ospedale, Guido,il sindaco De Rebotti, la governatrice Marini e il direttore asl Fratini quando hanno promesso che sarebbe diventato l’ospedale di Narni un centro di elevata specializzazione. Era il 2015.
QUESTA LA NOTA DEL PARTITO SOCIALISTA NARNESE
Sono già passati quattro mesi dalla chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale di Narni e le promesse azioni di riqualificazione ancora non si sono appalesate. Nonostante le attività di protesta del sindaco che sino ad ora si sono incanalate nelle vie ufficiali, la Direzione della Asl non sembra intenzionata dal passare dalle promesse ai fatti.
Per questo il Partito Socialista ritiene che la protesta debba alzarsi di livello ed uscire dalle stanze istituzionali per essere condivisa alla gente, dalla città che vede nell’Ospedale uno dei presidi per il mantenimento della qualità della vita.
Si invitano anche gli altri partiti che formano la coalizione che governa la città a coordinare una serie di azioni pubbliche sì da far evidenziare lo scontento della città per decisioni che sono passate sopra la testa della gente.