Gli incidenti di caccia non esistono, sono omicidi colposi, causati da imperizia, negligenza e colpa grave.
Dopo l’episodio di Terni, del cacciatore al cinghiale che spara con carabina uso guerra e colpisce la finestra di una scuola da 400 metri, si scatenano le ire del Coordinatore Regionale umbro delle Guardie del WWF Sauro Presenzini .
“Non è il primo episodio e non sarà nemmeno l’ultimo – afferma Presenzini – e se il Prefetto e/o il legislatore regionale non porranno dei limiti, modificando la normativa in senso restrittivo , i gravissimi episodi come quello di Terni si riproporranno sistematicamente.
E’ da poca iniziata la stagione della caccia e già si contano morti e feriti, la causa principale è appunto l’uso delle micidiali carabine uso guerra per la caccia al cinghiale e agli ungulati, armi potentissime veramente sproporzionate per l’uso venatorio, armi capaci di abbatterebbero un elefante da una distanza di oltre 2 km.
Carabine di uso militare – aggiunge Presenzini – usate nel vari conflitti sparsi per il mondo, armi usate dai cecchini, che munite di adeguata ottica, sono micidiali e superprecise a distanza inimmaginabili.Armi ad uso guerra, che hanno una gittata utile di ben oltre 3 km, a seconda del munizionamento usato, carabine ormai di uso comune nelle battute al cinghiale, in mano a dei dilettanti allo sbaraglio, ecco spiegati allora, la lunga sequenza di morti e feriti durante le battute di caccia. Purtroppo però, finiscono colpite anche persone estranee all’attività venatoria: sportivi, cercatori di funghi, escursionisti, amanti dell’aria aperta. La legge nazionale – sottolinea il coordinatore regionale wwf – vieta l’uso delle armi a canna rigata, appunto le carabine, ad una distanza di sicurezza corrispondente ad una volta e mezzo la gittata massima dell’arma, che tradotto in termini pratici altro non significa, che una carabina utilizzata per la caccia al cinghiale con adeguato munizionamento, vedrà il proiettile esploso, “vagare” per una distanza/gittata utile massima, anche di 4 km. Di conseguenza, la distanza di sicurezza minima per l’utilizzo di queste armi diventa quindi di 6 km.”
“ Certificato quanto sopra – domanda Presenzini – ed essendo evidente che il proiettile sparato da una carabina potrà vagare nell’aria per lunghissime distanze (come dimostrato dall’episodio di Terni e dagli innumerevoli cosiddetti “incidenti di caccia”) , dov’è quel luogo in Italia, che nel raggio di 6 Km non veda la presenza di strade, case, ferrovie, vie di comunicazioni ecc., che consenta quindi di utilizzare tali armi in tutta sicurezza???”
Il Coordinatore delle Guardie Ambientali/Venatorie del WWF , chiede ai Prefetti di Terni e di Perugia, d’intervenire nell’immediatezza, emettendo un’Ordinanza Prefettizia che imponga di utilizzare tali armi solo in condizioni di sicurezza, ovvero di condizionarne l’uso, esclusivamente da posizioni e/o postazioni sopraelevate (e quindi, …mai da terra) in maniera tale che l’esplosione del colpo veda sempre una traiettoria del proiettile dall’alto verso il basso, che immancabilmente vedrà scaricare la sua energia a terra e mai vagare in aria per una distanza di km…nella speranza che non colpisca qualcuno o qualcosa.