Sembra quasi un bollettino il messaggio di Lorenzo Barone, il ciclista di San Gemini, che sta compiendo un’impresa incredibile, dal sud dell’Africa, sino all’estremo nord della Russia. Lui è arrivato, dopo cinquantuno giorni passati a pedalare, sulle sponde del lago Vittoria, nella parte della Tanzania. Dice Lorenzo: “Se non ci fossero state le mappe avrei pensato di trovarmi di fronte all’oceano, perché oltre le isole c’è solo una linea retta all’orizzonte.
Questi giorni sono stati tanto duri quanto belli e oggi dovrei raggiungere l’Uganda. Vi racconterò tutto meglio appena mi riposerò un attimo”. Già adesso la sua è da considerarsi una grande performance, dal momento che quasi due mesi fa è partito dal promontorio più a sud del continente africano, ovviamente in Sud Africa, davanti ad una colonia di pinguini che sembrava volesse salutarlo ed augurargli buon viaggio. Dopo l’attraversamento del Sud Africa, Lorenzo è passato in Namibia, nel grande deserto; poi verso la foce dell’Okavango, nel Botswana, per raggiungere lo Zambia e le Cascate Vittoria sullo Zambesi. Da lì ulteriore sforzo verso la Tanzania, verso l’equatore con l’attraversamento del Katavi National Park, molto pericoloso per la presenza di moltissime bestie feroci. Poi il Lago Vittoria, prima di entrare, sempre costeggiando la più grande massa d’acqua tropicale del mondo, in Uganda. Lì, a Kampala, la capitale, Lorenzo dovrà prendere una decisione importante: più a nord Etiopia e Sud Sudan sono in preda a convulsioni guerresche e non sono per niente sicure. Non è escluso un balzo con un aereo, per giungere a Khartoum, in Sudan. Ma questo si saprà nei prossimi giorni