L’artigianato, nell’articolazione dei suoi vari settori pesa per il 9,5% del Pil nazionale e rappresenta il 21,2% delle imprese italiane, ma nonostante questo perde appeal nei confronti dei giovani. Negll’ultimo decennio l’artigianato umbro ha perso, in valori assoluti, 518 imprese guidate da imprenditori under 30 (- 56%), 3.690 imprese di imprenditori da 30 a 49 anni (- 38%). Al contrario, si allargano le fasce di età più mature: 1.329 imprese in più (+21,6%) nella fascia di età 50-69 e 184 imprese in più (+ 31,3%) tra la fascia degli over 70. Su base provinciale al 31 marzo 2021 conta in provincia di Perugia su 15.632 imprese, di cui 11.321 individuali. La variazione negativa nel decennio 11-21 è del 16,1%, in valori assoluti 3.008 imprese perse. In provincia di Terni lo stock di imprese artigiane è di 4.593 unità, di cui 3.331 imprese individuali. Il calo nell’ultimo decennio è pari a 707 unità, – 13,3%.
È quanto emerge dall’indagine di Unioncamere e Infocamere sull’evoluzione delle imprese artigiane nel decennio 2011-2021.
Il Covid, ovviamente, ha appesantito la situazione. Nel 2020 si stima una riduzione del fatturato per il 70% delle imprese artigiane, contro il 63% delle altre imprese. E anche sul futuro gli artigiani sono molto cauti. Solo il 54% prevede di recuperare i livelli produttivi pre covid entro il prossimo anno, una quota che scende addirittura al 46% per quelle realtà artigianali alle prese con problemi di passaggio generazionale. A rischio la “staffetta generazionale”: meno di 1 giovane artigiano under 30 per ogni titolare over70. Analizzando il progressivo spostamento dell’età dei titolari di imprese artigiane, si legge nello studio di Unioncamere e Infocamere, emerge che se nel 2011 per ogni imprenditore artigiano over 70 c’erano almeno due titolari d’impresa under 30 pronti a sostituirlo, nel 2021 questo “ricambio” tra generazioni è sceso a meno di uno. La riduzione dei titolari under 30 tocca più da vicino gli uomini (-62,1% nel decennio ‘11/’21) che le donne (-23,4%), mentre l’invecchiamento colpisce più le donne degli uomini (+52% le over 70 artigiane contro il +27,3% gli over 70 uomini).
Nella circoscrizione Centro Italia – Umbria, quanto al genere, si ricava che l’artigianato resta ancora un mestiere a forte prevalenza maschile. Ma qualcosa sta cambiando, il “rapporto di genere” , ovvero quanti uomini per ogni 100 donne, è migliorato nel tempo passando nel Centro Italia – Umbria da 493 del 2011 a 420 del 2021 (- 74 uomini nel rapporto ogni 100 donne). Anche nell’era digitale, il profilo dell’impresa artigiana umbra resta fortemente ancorato alla dimensione individuale. Alla fine di marzo di quest’anno il 72,4% di tutte le imprese artigiane umbre operava con la forma individuale, la più semplice, ma anche la meno strutturata.
“L’indagine porta alla luce un sistema produttivo in difficoltà, ha commentato Giorgio Mencaroni Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, alla ricerca di una propria nuova dimensione, dotata di contenuti funzionali a una rinnovata identità, capace di condurre le imprese verso una più alta e spiccata capacità di competere. L’artigianato umbro – ha argomentato il Presidente Mencaroni – sta vivendo una profonda fase di trasformazione, densa di difficoltà, per certi versi epocali: le imprese artigiane dimuiscono, la classe imprenditoriale invecchia e i giovani si allontanano dai mestieri. Dobbiamo invertire questa tendenza. Ad ogni costo, perché l’artigianato resta un caposaldo della nostra economia regionale, della nostra storia d’impresa, della nostra cultura, della nostra tradizione identitaria”.