Verde? Blu? Di che colore è questa maggioranza che governa il Comune di Terni? Niente giallo perché i cinque stelle sono all’opposizione. Rossa manco a pensarci visto che ormai di rosso dentro quell’aula è rimasta solo qualche tappezzeria.
Bianca. E’ bianca, come le schede depositate nell’urna in occasione dell’elezione del presidente del consiglio comunale convocato per il pomeriggio di oggi, mercoledì 18 luglio. Bianco è il simbolo della purezza che la maggioranza ha rivendicato rifiutando sdegnosamente la proposta di “apertura”(?) del capogruppo Pd Francesco Filipponi, il quale s’era dichiarato disposto a votare un candidato condiviso, posizione ventilata anche da Alessandro Gentiletti (Senso Civico). “Il presidente è nostro e ce lo votiamo da soli” è stata la risposta dai banchi della destra. Niente sbaffi rossastri sulle strisce verdi e blu.
E così la votazione è finita con 21 schede bianche, 9 per la Braghiroli (M5S) che è la candidata (che sarà vincente) alla vicepresidenza per l’opposizione.
Senza volerlo, forse, ma Gentiletti aveva creato una bella difficoltà alla maggioranza granitica (“Vuole la presidenza della commissione controllo”, chiosavano sarcastici i Cinqueesse). Servivano 22 voti per l’elezione. Loro però ne avevano 21. Hai visto mai che Gentiletti ti sterza comunque un voto su Francesco Ferranti (il designato all’incarico) e poi sbandiera che il presidente l’ha eletto lui? Meglio non correre rischi, ma ovviamente – per scongiurare voci di dissapori già girate – niente candidature di bandiera. Quindi tutti in bianco et voilà.
Allora: 21 bianche, 9 Braghiroli. Giovedì si replica e stavolta tutto a posto, di voti per eleggere Ferranti ne bastano 17 perché si passa alla maggioranza semplice.
Che ne esce? Ne esce un centrodestra compatto, un Movimento Cinque Stelle che porta a casa tre voti in più dei suoi (uno dei “magnifici sette” era assente); una sinistra che appare incerta con un Pd che “forte” di tre consiglieri riesce a votare in modo diverso: Vladimiro Orsini non ha votato perché – ha sostenuto – non era garantita la segretezza del voto; Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis hanno scelto Braghiroli, così come Paolo Angeletti (Terni Immagina) , Alessandro Gentiletti (Senso Civico) è uscito dall’aula non partecipando al voto. Non è la dimostrazione di compattezza che tutti predicano, specie dentro il Pd che riesce nonostante tutto a sorprendere ancora: le liti e le polemiche legate ad un congresso comunale largamente superato dai fatti arrivano in modo pesante dentro i circoli, così come accade a San Giovanni-Cospea uno dei più “forti”: folto gruppo del direttivo vuole che si dimetta il reggente reo di aver firmato un documento, coi segretari di altri circoli, con cui si chiede il rinnovo dei vertici comunale e provinciale del partito.