Mancano i medici e se non si inverte la rotta è a rischio il servizio sanitario su base universale.
Lo ha detto l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto rispondendo in consiglio regionale, nel question time, ad una interrogazione di Fabio Paparelli (Pd).
“il direttore generale della Usl Umbria 2, Massimo De Fino – ha rilevato Paparelli – in una missiva indirizzata ai sindaci del territorio di competenza, oltre che alla presidente della Regione, Donatella Tesei, e all’assessore alla salute, Luca Coletto ha messo in evidenza da tempo i punti ‘dolenti’ della sanità territoriale, con particolare attenzione alle carenze che da qui a fine anno si evidenzieranno nella medicina generale e nel servizio di emergenza-urgenza.
Entro la fine del 2022 – scrive infatti De Fino – verranno a mancare ben 57 medici di medicina generale complessivamente nella Usl Umbria 2 che, in
rapporto ad una media di mille assistiti per medico, significa che una popolazione di quasi 60mila assistiti rischia di non avere più un medico di
medicina generale.
Nel dettaglio, in alcune zone come la ‘Centrale umbra’ della Provincia di Terni, tra i Comuni di Montecastrilli ed Avigliano Umbro,la metà dei medici andrà in quiescenza entro il prossimo mese. Tali carenze andranno a penalizzare quindi non solo le periferie dei comuni più grandi, ma anche l’intera popolazione dei comuni più piccoli. Ad oggi vi è una carenza di ben 45 medici di continuità assistenziale e 14 medici per istituti penitenziari. Una postazione di guardia medica richiede un minimo di 4 medici al fine di garantirne l’attività notturna, prefestiva e festiva. Si può capire bene come 45 medici significano ben 11 postazioni in meno.
Secondo Paparelli è quindi necessario chiarire “il numero delle unità di personale sanitario attualmente operanti nei servizi citati nell’interrogazione, in particolare medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici della continuità assistenziale, medici per istituti penitenziari, personale del servizio di emergenza urgenza; come si intende far fronte alle necessità di personale per i servizi citati, al fine di non lasciare decine di migliaia di persone senza medico di famiglia o magari essere costrette ad avvalersi di medici addirittura fuori regione, con gravi disagi nella assistenza sanitaria, supremo bene primario pubblico”.
Nella sua risposta l’assessore Coletto ha affermato che “la coperta non è corta, è ormai strappata, ma per colpa dei governi non delle regioni: ci sono zone scoperte, mancano anestesisti, le liste d’attesa si allungano causa covid.
In tutta Italia mancano medici di medicina generale e abbiamo chiesto ai vari governi che si sono succeduti di dare risposte che mancano, ma la miopia del governo, di fatto, la scontano le Regioni. È giunto il momento di dire basta al numero chiuso per poter dare delle risposte. Stando ai numeri pubblicati sui bollettini dalle Usl, l’Azienda Usl Umbria 2 ha pubblicato carenze di 57 posti assistenza primaria e 45 continuità assistenziale, 13 medici per i penitenziari e 1 pediatra di libera scelta.
L’esito è stato questo: assegnati 8 posti di assistenza primaria, 1 posto di continuità assistenziale e 1 pediatra. Ulteriori carenze non coperte saranno destinate a medici inseriti nelle graduatorie di altre regioni e in possesso dei titoli per la medicina generale. In corso d’anno vi saranno ulteriori
pubblicazioni per vacanze incarichi a causa di sovvenute esigenze straordinarie. La Asl 2 ha pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale 12 posti, l’avviso è in scadenza.
Nel distretto di Terni, dati di luglio, operano 101 medici, con carenza di 15 posti, Narni 36 carenze 9, Orvieto 30 carenze 7, Foligno 75 carenza 11, Spoleto 35 carenza 12, Valnerina 7 carenze 3. I medici della continuità assistenziale in servizio a luglio sono 66, carenze 45. I medici per assistenza penitenziaria 4, carenze 13, di cui 9 incaricati. Pediatri di libera scelta Terni 15, Narni 6, Orvieto 6, Foligno 11, carenze 1, Spoleto 5, Valnerina 2.
Poi ci sono le ulteriori misure regionali, come la misura riguardante i medici Uca (Guardia Medica).
Si tratta ovviamente di una soluzione provvisoria che diamo, nonostante il vulnus del numero chiuso a medicina, il vero buco nero.
Il problema è a monte, di chi deve decidere e dare risposte. Se continua così, un servizio di base universale non avrà un futuro. Mancano medici di medicina generale per via del numero chiuso e si continua in questo modo, rischiando di trasformare un servizio di base universale in un servizio
su base assicurativa”.
Nella replica, Paparelli ha affermato che “nessuna risposta è stata fornita, solo lo scarico di responsabilità verso altri, però qualche altra regione,
come la sua (il Veneto, ndr) qualche soluzione l’ha trovata, qui invece no. La verità è che oltre alla carenza di medici di medicina generale, avete
aggravato la situazione abolendo le Usca, e i medici non vanno a casa a fare i vaccini, stanno aspettando da lei le indicazioni. Non si fanno più tamponi a casa pure dove c’è bisogno, anche per via delle assunzioni non fatte. Altre regioni hanno prorogato le Usca e fanno i vaccini a casa”.