Un po’ di rispetto a volte non guasta. Specie se si è al cospetto di un mito, di un personaggio che a Terni ognuno sente vicino a sé come Libero Liberati. Pomo della discordia è il murale realizzato sul muro di cinta delle acciaierie che raffigura proprio Libero Liberati e la sua Gilera 4 cilindri, quella con cui vinse, nel 1957, il campionato mondiale di motociclismo nella classe “regina”, la 500 cc. portando il nome di Terni in tutti gli angoli del mondo.
Tanto per dirne una: il numero di Liberati, quello cui viene associato immediatamente è il numero 39. Più di sessant’anni fa il numero non era fisso come accade oggi, ma il 39 stava allora a Liberati come il 46 sta oggi a Valentino Rossi. Poi poteva anche succedere che in qualche gara sulla carenatura della Gilera ci fossero altri numeri, “ma mai nelle gare di campionato italiano o al circuito dell’Acciaio mio padre ha preso il via con un numero diverso”, dice Manrico Liberati, figlio del campione. “Mio figlio Giancarlo – aggiunge – il quale gareggia con le moto ha scelto e porta il 39”. Realizzare un murale mettendo sulla Gilera il numero 10 è un’imprecisione che grida vendetta. Tanto è vero che poi, alcuni giorni dopo l’inaugurazione, il numero è stato corretto ed ora è diventato quello giusto. “E’ invece una bella cosa – continua Manrico Liberati – che il murale sia stato realizzato sul muro dell’acciaieria: fu grazie all’aiuto dei suoi colleghi di lavoro che tutto cominciò”.
E meno male. Il murale è stato inaugurato in pompa magna, nei giorni scorsi. Recitano le cronache: “Tra i presenti all’inaugurazione l’assessore allo sport del comune di Terni, Elena Proietti che ha sottolineato come “la tradizione motoristica è molto più importante di quella calcistica, le moto , le auto – ha detto l’assessore – ci hanno dato molte più soddisfazioni”. La Proietti ha annunciato anche la prossima emanazione di un altro Bando per 16 mila euro per la realizzazione di 4 murales nelle zone degradate del Centro della città. Si tratta di “riqualificazione urbana attraverso la street art”. L’assessore comunale allo Sport, quindi, e Sandro Corsi presidente di Actl che anche col murale celebra i propri 40 anni. Corsi, noto appassionato di calcio (è presidente dell’Olympia Thyrus) – come recitano ancora le cronache dell’evento – “ha sottolineato l’importante rapporto della città di Terni con i motori “pensiamo a Borzacchini, a Liberati, ma anche a Paolo Pileri, a Giansanti, oggi a Petrucci. Fa parte della nostra cultura. Questa strada, viale Brin, è la strada in cui Liberati faceva gli allenamenti fino alla Valnerina. E’ una storia importante e aver realizzato qui sui muri della Terni questo murales ci rende orgogliosi”.
E che hanno detto, nell’occasione, i familiari di Libero Liberati? Niente, semplicemente perché non c’erano. Sembra che nessuno li abbia informati. Oltretutto ci sarebbe stato – pro forma – anche un consenso da chiedere. Figurarsi se Manrico Liberati avrebbe detto di no! “Nessuno mi ha informato – afferma – non solo dell’inaugurazione, ma nemmeno del fatto che si stava realizzando il murale. E’ una cosa a mio parere estremamente scorretta anche perché c’è a Terni chi ben mi conosce avendo oltretutto tutti i miei recapiti da anni”. “ A questo punto – continua Liberati – vorrei che il moto club Terni non si fregiasse più dell’immagine di mio padre. Ritengo che si siano arrogati la decisione riguardo alla possibilità di dipingere il murale. Ma questo non spetta a loro”.