Coinvolgere i medici di medicina generale nella campagna vaccinale anti Covid-19. La proposta è della Fp Cgil Umbria insieme alla Fp Cgil Medici e al coordinamento dei medici di medicina generale della Fp Cgil dell’Umbria. Ad aprire la videoconferenza di presentazione della proposta è stata Chiara Sartini, coordinatrice regionale Fp Cgil Medici medicina generale Umbria.
“Questa proposta, ha detto, nasce dall’esigenza di vaccinare nel più breve tempo possibile la maggior parte della popolazione. Chiaramente non possiamo farlo in questa prima fase con il vaccino Pfizer che, per le modalità di conservazione (- 70/80 gradi) può essere utilizzato solo dalle strutture sanitarie in possesso delle giuste attrezzature, ma con gli altri vaccini sì. Tra fine febbraio ed inizio marzo, infatti, dovrebbero arrivare i vaccini Moderna e Astra Zeneka e siamo in grado di effettuare le vaccinazioni come effettuiamo da anni le vaccinazioni antinfluenzali. I medici di medicina generale conoscono i pazienti, le difficoltà che possono avere, le loro condizioni di vita e possono anche convincere i restii alla somministrazione. Siamo certi che i colleghi aderiranno praticamente tutti alla campagna vaccinale, ma questa nostra proposta comunque è una scelta su base volontaria per i medici, non c’è l’obbligo di procedere”.
Sergio Luzzi Galeazzi, medico di medicina generale, ha evidenziato come i medici abbiano le potenzialità per attuare un’operazione di vaccinazione a tutto campo.
“Nel giro di 2/3 mesi potremmo vaccinare 20 o 30 milioni di persone, cosa che non è possibile per la struttura pubblica. Vaccinando 20 persone al giorno, impiegando un paio d’ore di lavoro, 60 mila medici fanno 1,2 milioni di dosi al giorno. Le dosi però ci devono essere inviate. Il problema sono le dosi ed i modelli organizzativi”.
“È una bellissima iniziativa che parte dall’Umbria – ha evidenziato Andrea Filippi segretario generale FP Cgil medici e dirigenti SSN – anche se i medici di medicina generale sono sempre stati protagonisti delle campagne vaccinali. Quello che noi chiediamo è che questa campagna vaccinale sia fatta in un sistema organizzativo ed ordinato e soprattutto in una prospettiva di riforma della medicina territoriale.”
E sull’importanza di ribadire il ruolo della medicina territoriale si è soffermato il dottor Giorgio Barbieri, in collegamento dalla Lombardia.
“È evidente come per promuovere la salute dei cittadini sia importante una piena integrazione dei medici di medicina generale in un sistema socio sanitario nazionale e pubblico. Senza i medici di famiglia è impensabile raggiungere in tempi ragionevoli il target prefissato per questa campagna vaccinale che si propone come una vera svolta. Noi siamo a disposizione ben sapendo che questa è l’unica via per sconfiggere la pandemia e riportare alla normalità il Paese.”
“L’augurio è che la nostra proposta venga accettata dalla Regione al più presto, ha sottolineato Mauro Patiti segretario Cgil medici Umbria, per sviluppare un progetto vaccinale e raggiungere in tempi brevi più persone possibili.”
Di rafforzamento del sistema sanitario ha, infine, parlato Tatiana Cazzaniga segretaria generale FP Cgil Umbria.
“Ci deve essere un sistema territoriale di prevenzione – ha affermato – e anche di cura territoriale che negli anni è stato smantellato. Ricordiamoci che questa vaccinazione antiCovid andrà rifatta tutti gli anni, quindi è necessario avere sul territorio un sistema pronto a mettersi in campo ogni anno. Il ritrarsi del sistema territoriale ha portato anche ad una disaffezione nei confronti delle vaccinazioni che una volta si facevano grazie alle strutture che ti incalzavano. Oggi questo non accade. Incalzeremo la Regione dell’Umbria su questo tema perché siamo convinti che sia necessario organizzarsi da subito.”