“All’inizio di questa settimana Santa vorrei ricordare le parole del messaggio di Papa Francesco all’inizio della quaresima 2017.
Ricordandoci la parabola del povero Lazzaro seduto a mendicare briciole di pane che cadevano dalla mensa del ricco epulone, siamo invitati a ripensare le relazioni che instauriamo con tutti coloro la Provvidenza ci pone accanto. A cominciare da qualunque povero Lazzaro che incrociamo nella nostra vita. Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita”.
Lo ha affermato Mons. Giuseppe Piemontese nell’omelia della messa della domenica delle Palme celebrata nel pomeriggio alla Società delle Fucine, all’interno dello stabilimento AST di viale Brin.
“Nella gerarchia di valori da rispettare – ha aggiunto Mons. Piemontese – prima viene Dio da conoscere, ricercare, amare con tutto se stessi e quindi i fratelli che ci vivono accanto. “Ascoltino Mosè e i Profeti” dice Abramo al ricco, se gli uomini vogliono salvarsi. Indicando così che la vera bussola dell’esistenza è l’ascolto e la pratica della Parola di Dio, il Vangelo. E alla luce di questa Parola impariamo ad accogliere il prossimo, che in Cristo, sono tutti gli uomini, nostri fratelli, specie quelli meno fortunati, i poveri, i disoccupati, i profughi, gli immigrati.
In una sintesi mirabile, papa Francesco dice: “Il vero problema del ricco, la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo”.
Nei giorni santi della Passione, Gesù ci ricorda con l’esempio e il dono della sua vita, la verità di queste parole,.
Da questo luogo di fatica, creatività e solidarietà impariamo a riprogettare la nostra vita a partire dal grande patrimonio che Gesù ci ha lasciato: il dono della sua vita nella sua passione, morte e risurrezione.
“Nel Vangelo ripercorriamo la narrazione della passione di Gesù, il suo umile e fedele percorso verso la morte per affermare l’amore di Dio e suo per l’umanità, fino alla fine: oltre ogni misura, fino alla morte.
Collegando questa assemblea liturgica particolare – ha affermato ancora il vescovo di Terni – composta da operai, dirigenti, imprenditori e familiari con la vita e la passione del Signore ci rendiamo conto che la vita vera viene accolta, trasformata e nobilitata da Gesù. Le nostre quotidiane sofferenze e fatiche acquistano un senso in quell’operaio, carpentiere-maniscalco, che dopo aver nobilitato e santificato per 30 anni il suo lavoro quotidiano, strumento di umanità e dignità dell’esistenza umana, richiama tutti a cercare e dare un senso ultimo e definitivo all’operosità umana.”
“La tradizione della Messa pasquale nelle Acciaierie – ha ricordato Mons. Piemontese – non è solo un’abitudine ormai consolidata, ma una avvenimento, che riunisce e unisce Direzione, Maestranze e operatori di questa Azienda in una celebrazione, che vuole essere l’espressione della nostra fede nel mistero centrale della Religione”.