Una vita da comparsa in tanti film di successo.
Michele Rito Liposi è un calabrese trapiantato a Terni, un ternano di adozione visto che a Terni ha deciso di abitare da circa 60 anni, ha messo su famiglia, ha lavorato. Grande tifoso della Ternana, giornalista sportivo, è stato lui a fare le prime telecronache delle partite delle Fere , a metà degli anni 70 con il “1° Club rossoverde”.
Michele , però, aveva e ha anche un’altra grande passione, quella per il cinema che ha coltivato in tutti questi decenni realizzando anche un suo sogno e cioè quello di viverlo dall’interno il mondo del cinema. Una cosa peraltro che gli riuscì subito, poco dopo il suo arrivo a Terni. “Sì perché la mia prima comparsa l’ho fatta nel 1962 nel film ‘La ragazza di Bube’ di Luigi Comencini, ballavo vicino a Claudia Cardinale che era la protagonista, poi guidavo una lancia Ardea mentre si distribuivano volantini elettorali e infine vedevo una partita di pallone fra ragazzi. Ho guadagnato 5 mila lire quel giorno.”
L’ultimo film in cui Michele si “vede” è “Come un gatto in tangenziale, ritorno a Coccia di morto” con Paola Cortellesi e Antonio Albanese per la regia di Riccardo Milani. Il film esce il 26 agosto al cinema. “Quella scena in cui mi vedo è stata girata a Marino, sui Castelli Romani, in una sorta di oratorio, di chiesa, siamo stati bene veramente, la Cortellesi è in gamba, è socievole, Albanese è un po’ più serio. C’era anche Luca Argentero che faceva il prete, non so se si vedrà nel film quando parliamo mentre stiamo a un pranzo per poveri.”
Tra le figurazioni speciali, quelle in cui Michele Rito Liposi ha anche pronunciato qualche battuta, quella in “Buona giornata” di Carlo Vanzina. “Sì, nel film ho fatto il Presidente del Senato quando si deve decidere l’autorizzazione a procedere contro Lino Banfi e Banfi porta in aula un senatore morto e vota al posto suo e si salva per un voto.”
Ci sono anche altri film che dovranno uscire come “Esterno notte”, una fiction Rai1 su Aldo Moro di Marco Bellocchio, “Dante” di Pupi Avati e “Benedetta” di Paul Verhoeven, passato in concorso all’ultimo Festival di Cannes.
Abbiamo chiesto, per concludere la nostra chiacchierata, cosa c’è nel suo futuro, per quel che riguarda il cinema.
“Un po’ ho rallentato – risponde Michele Rito Liposi – perché non più 20 anni, neanche 30, neanche 40, neanche 50, se devo andare a Roma dalla mattina alla sera ci vado, se devo fare la notte non me la sento, non passa mai, ti stanca. Poi il cinema è tanto strano, d’estate giri con i vestiti invernali e d’inverno con quelli estivi.”