“Le proposte come ‘il cuore che batte’ di Pro Vita & Famiglia e del vescovo di Terni, vorrebbero rendere obbligatoria una pratica violenta che è già realtà inalcuni ospedali italiani. Perché ciò non accada mai più esortiamo tutte e tutti a firmare la nostra proposta di legge
per aggiornare la 194″.
E’ quanto dichiarano in una nota Giulia Crivellini, tesoriera dei Radicali italiani e Vittoria Loffi, coordinatrice di Libera di abortire.
La polemica, dunque, sale di tono e varca i confini locali.
“Per riuscire a porre un freno a proposte di legge reazionarie serve prima di tutto il coraggio di dire che la 194 è datata e va modificata – aggiungono Crivellini. Quelle del vescovo di Terni non sono solo provocazioni, ma una realtà già in atto:sono tante le testimonianze raccolte in questi anni di donne che raccontano le gravi violenze e intimidazioni a cui sono state sottoposte per aver scelto liberamente di interrompere una gravidanza. Dobbiamo iniziare a riconoscere che è la stessa legge 194 a garantire tutta questa libertà di azione violenta e repressiva agli anti-scelta. Se vogliamo impedire tutto ciò e parlare finalmente di diritto all’aborto dobbiamo modificare la legge attuale.
Radicali Italiani e Libera di Abortire insieme a diverse realtà transfemministe e partitiche hanno lanciato la raccolta firme per presentare in Senato una proposta di legge di iniziativa popolare per il pieno superamento della legge 194. Si tratta – spiegano ancora – di una proposta strutturata in 17 articoli che vuole garantire davvero il diritto all’aborto eliminando la settimana di riflessione, la presenza accettata di personale anti-scelta nei consultori e l’obiezione di coscienza”.
Anche per loro, come per Pro vita & famiglia, l’obiettivo è la raccolta delle 50 mila firme necessarie per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare che, lo ricordiamo, il Parlamento può non prendere in considerazione non avendo l’obbligo di pronunciarsi.