Arpa Umbria e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) hanno organizzato un corso di formazione finalizzato alla condivisione del Protocollo Standard Blue Lakes per il monitoraggio delle microplastiche nelle acque dei laghi che si terrà in parte presso il Lago di Piediluco e in parte in aula a Terni, a partire dal 26 settembre.
Il corso rivolto ai tecnici e personale delle Agenzie ambientali regionali e provinciali (ARPA/APPA) di tutta Italia, visto il numero elevato di adesioni, sarà effettuato in due diverse sessioni settimanali. Per ciascuna di queste, è prevista un’attività di formazione in aula seguita da azioni dimostrative, sia di campionamento delle acque del lago Piediluco, area pilota del progetto Life Blue Lakes, sia di pretrattamento e analisi dei campioni presso i laboratori di Arpa Umbria a Terni.
Il progetto Life Blue Lakes, punta a ridurre e prevenire la presenza di microplastiche nei laghi, sviluppare protocolli condivisi di campionamento e azioni di promozione di buone pratiche da estendere a istituzioni, enti e autorità locali, aziende e cittadini.
La definizione e la diffusione di un protocollo armonizzato di monitoraggio delle microplastiche nei corpi idrici lacustri è tra le azioni di progetto che ENEA, in qualità di responsabile scientifico, in collaborazione con Arpa Umbria e Legambiente, coordinatore del progetto, stanno eseguendo nelle tre aree pilota di Bracciano, Trasimeno e Piediluco.
Nel corso delle giornate formative saranno condivisi con i tecnici delle Agenzie le attività e i risultati raggiunti nel corso del progetto. Un importante momento di confronto sarà dedicato all’illustrazione del Protocollo di monitoraggio delle microplastiche nelle acque superficiali, sulla colonna d’acqua e nei sedimenti delle spiagge lacustri. Il protocollo, messo a punto nel 2021 e testato nel 2022 con una campagna di campionamento nei laghi pilota, sarà al centro di uno scambio di esperienze, funzionale alla costruzione di una rete di monitoraggio e all’armonizzazione delle metodologie, utile per lo sviluppo di programmi di monitoraggio delle acque interne.
Tali programmi di monitoraggio sono necessari per dare misura delle fonti di origine terrestre, prerequisito per il raggiungimento entro il 2030 dell’Obiettivo 14.1 di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: “prevenire e ridurre significativamente l’inquinamento marino di ogni tipo, in particolare dalle attività a terra, tra cui detriti marini e inquinamento da nutrienti”.