“E’ importante confrontarci e riflettere su un tema delle migrazioni che definiamo di emergenza, ma che di emergenza non ha più nulla. Bisogna entrare in categorie nuove, nuovi modi di pensare e di organizzare le nostre comunità civili ed ecclesiali. Accogliere i rifugiati non è facoltativo, ma se vogliamo essere nel consesso civile e mondiale, siamo obbligati ad accogliere i rifugiati e altri che fuggono dai loro paesi per i motivi più vari per salvare la propria vita, perché ci sono leggi internazionali che ci rendono solidali con queste persone”.
Lo ha detto Mons. Giuseppe Piemontese durante l’incontro per la giornata internazionale del migrante e del rifugiato che si è tenuto nella chiesa di San Giuseppe lavoratore, a Terni.
Insieme al vescovo di Terni hanno partecipato:il pastore della chiesa valdese Pawel Gajewski, l’imam di Terni e presidente della Consulta per l’integrazione del Comune di Terni Maarouf Abderrallim, al pastore della comunità nigeriana, ai migranti ospiti delle strutture Sprar presenti sul territorio diocesano, ai rappresentanti delle associazioni impegnate nell’accoglienza e gestione emergenza sbarchi, all’assessore alla Cultura del Comune di Terni Tiziana De Angelis e al vice questore aggiunto Giuseppe Taschetti.
“Sono state raccontate delle iniziative interessanti e delle buone pratiche – ha detto Mons. Piemontese – che mettono insieme energie sociali, religiose, politiche. A livello pratico è importante la conoscenza delle persone e vedere che gli esseri umani possono vivere e collaborare e sostenersi gli uni gli altri. Se non vogliamo lasciarci spingere da un sentimento di solidarietà, almeno lasciamoci spingere da un sentimento di interesse e consideriamo che gli immigrati portano benessere. Una solidarietà che poi torna come gratificazione per ciascuno, anche di fronte ad un problema che sta diventando ordinario. Poi è importante anche dedicarsi a livello culturale a formarsi, per sapersi relazionare con queste realtà con cui veniamo in contatto. La città di Terni – ha sostenuto ancora Mons. Piemontese – è una città che è abituata ad accogliere, dove da anni si mescolano persone di diverse provenienze regionali. Ed è una città ben organizzata socialmente. L’accoglienza può avvenire anche verso questi migranti nei confronti dei quali abbiamo dei doveri cristiani e umani. E poi dovremmo un po’ di più lasciarci provocare dalle espressioni di papa Francesco verso un atteggiamento di accoglienza per essere più uomini, più cittadini e più cristiani”.
L’incontro è stato promosso dall’ufficio Migrantes della Caritas diocesana e dall’associazione di volontariato San Martino, in collaborazione con l’ufficio Ecumenismo diocesano.