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10 giorni fa siamo stati spettatori attoniti e impauriti di una concentrazione di eventi concomitanti, destabilizzanti e distruttivi che hanno colpito l’Italia centrale e la nostra regione.Il terremoto, la bufera di neve, la valanga si sono abbattuti con violenza inusuale e crudele sul piccolo Hotel Rigopiano trasformando una residenza luogo di ospitalità per giorni di riposo, in emblema di una natura che si dimostra maligna, crudele, che divora e uccide i propri figli senza riguardo e distinzione alcuna.” Con queste parole Mons. Giuseppe Piemontese ha iniziato la sua omelia durante i funerali di Alessandro Riccetti che si sono svolti nel pomeriggio nel Duomo di Terni, gremito da amici, parenti, conoscenti, semplici cittadini, autorità civili e e militari .
“A tanta crudele solidarietà di eventi malevoli e tragici si è corrisposto con una gara di solidarietà e generosità umana e civile impagabile. Migliaia di volontari della Protezione civile, di vigili del fuoco, forze dell’ordine, militari, esperti e persone comuni hanno collaborato, impreziosendo con il sacrificio della fatica, un aiuto svolto in condizioni dure: temperature rigide, impervietà del sito, delicatezza degli interventi, al buio e alla luce, sotto il pericolo di ulteriori slavine, con una grande speranza nel cuore per poter raggiungere, ancora vive, le vittime di tanto sincronismo distruttivo. Intervento straordinario!
Tutta la nostra Regione e la nostra città in particolare – ha aggiunto Mons. Piemontese – storditi dalle ripetute ultime scosse di terremoto del 18 gennaio e preoccupati per coloro che erano stati sommersi dalla valanga abbattutasi sull’hotel Rigopiano, ci siamo stretti alla famiglia Riccetti, trepidanti per Alessandro. Si può dire che tutta la Nazione ha avuto gli occhi puntati verso quella vallata e ognuno, a modo suo, ha scandito il passare delle ore, l’avvicendarsi dei turni di lavoro dei volontari. Con la speranza nel cuore, ognuno ha manifestato vicinanza a quelle vittime, alla famiglia Riccetti: chi lavorando, chi scrivendo, chi polemizzando, chi pregando, chi avvicinando i familiari. Man mano che passavano i giorni abbiamo intensificato la preghiera, senza perdere la speranza.
Il Signore non ha esaudito le nostre richieste, ma ha accolto questo nostro fratello in una vita senza fine e darà conforto e consolazione ai familiari di Alessandro e quanti lo hanno amato.”
“Penso in questo momento al caro Alessandro e a quanto abbiamo saputo della sua vita e missione.
Ha formato la sua personalità e si è arricchito con l’esperienza gioiosa oltre che nella famiglia anche nella comunità ecclesiale. Per dare senso alla sua esistenza ha affrontato tanti sacrifici con lo studio assiduo, anche accademico, con l’esperienza del lavoro anche all’estero, dove certo il desiderio di avventura non basta ad alleviare la solitudine e la nostalgia del proprio paese e degli amici.
La professionalità conseguita gli ha consentito un lavoro dignitoso e onorevole. Ma la sorte avversa, la natura, che questa volta si è mostrata matrigna, hanno posto termine prematuramente alla sua vita.
Ma chi può dire “prematuramente”? – si è domandato il vescovo – E’ Dio che per il bene dei suoi figli stabilisce tempi e modi. A noi sta riconoscere che Dio fa bene ogni cosa, anche se non ne comprendiamo il senso.
Come è stato per Gesù, il figlio amato di Dio, che ha risposto all’amore del Padre, donando la sua vita per ogni uomo, per la creazione intera.”
“Mi piace pensare Alessandro, in compagnia di Gesù, nella Hall del Paradiso, là continua il suo servizio, gentile, competente, multilingue di accoglienza di quanti con onestà, rettitudine e laboriosità hanno dato senso alla loro esistenza e ora ricercano un tempo di riposo, anzi un riposo eterno. In attesa di accogliere anche noi, familiari ed amici.
Nella Messa che celebriamo – ha concluso Mons. Piemontese – tutto questo viene chiesto al Signore e reso possibile da Gesù, che per noi ora muore e risorge.”