Contestata seduta del consiglio comunale di Montecastrilli con i consiglieri della minoranza, Carlo Mancini e Benedetta baiocco, che hanno scritto una lettera al Prefetto di Terni rimettendo alla sua attenzione quanto accaduto. Che si può riassumere brevemente: si doveva discutere una mozione dell’opposizione sulla sanità locale “Azioni per la sanità pubblica”. Fallito il tentativo di presentare una mozione unitaria, si dove passare alla discussione dell’atto della minoranza ma i consiglieri di maggioranza sono usciti dall’aula facendo mancare il numero legale. Subito dopo sono rientrati e il consiglio comunale è ripreso.
Un comportamento irrituale e lesivo dei diritti delle opposizioni.
LA LETTERA INVIATA AL PREFETTO GIOVANNI BRUNO
Con la presente, i sottoscritti Carlo Mancini, Elena Frasconi, Benedetta Baiocco e Claudia Sensini (consiglieri di minoranza del Comune di Montecastrilli) intendono portare alla sua attenzione una segnalazione su quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, il 6 ottobre scorso (come potrà vedere cliccando direttamente sul collegamento ipertestuale).
Nella convocazione recapitata ai consiglieri – in data 01/10/2022 – era inserita nei punti all’ordine del giorno la discussione su “Azioni per la Sanità Pubblica”, presentato dai gruppi di minoranza “Montecastrilli Domani” ed “Insieme per Cambiare”. Un punto su cui la maggioranza ha ritenuto di non procedere, poiché – al momento di trattare il suddetto ODG – il capogruppo della maggioranza consiliare ha affermato che non fosse loro intenzione prendere parte alla discussione, annunciando – in aggiunta – l’uscita dall’aula dei Consiglieri appartenenti alla maggioranza. Alla dichiarazione e all’apertura della discussione da parte della Presidente del Consiglio Comunale (Marta Chianella) – sul punto in questione e all’ordine del giorno numero 2 – i 7 consiglieri di maggioranza insieme al sindaco Riccardo Aquilini sono usciti dall’aula facendo mancare il numero legale, come previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale agli art. 20-28 e 45, approvato con delibera CC n° 67 del 19/12/2001.
Nel medesimo regolamento è specificato, all’art.20, quanto segue: “Prima di dichiarare aperta la seduta, il Sindaco si accerta se il numero di consiglieri presenti è tale da renderla valida. A tal fine, il Sindaco invita il Segretario a procedere all’appello dei consiglieri e qualora questi non siano la metà di quelli assegnati al Comune – numero necessario per la validità della seduta – dispone che siano successivamente effettuati, a congrui intervalli di tempo, altri appelli. Qualora sia trascorsa un’ora da quella in cui avrebbe dovuto avere inizio la seduta, senza che sia raggiunto il numero legale, quest’ultima va dichiarata deserta”.
Secondo quanto riportato, il Regolamento Comunale non dispone in merito all’eventualità di un successivo venir meno del numero legale, dopo l’apertura della seduta; né su come tale eventualità possa incidere sul procedere della seduta medesima.
Tornando all’accaduto, la Presidente del Consiglio – rimasta comunque in aula, dopo l’uscita dei consiglieri di maggioranza – ha poi provveduto a verificare (con appello nominale) la mancanza del numero legale. La richiesta della minoranza, in quel frangente, è stata di dichiarare “deserta” la seduta del Consiglio Comunale, mentre la Presidente – su indicazioni anche della Segretaria Comunale – decideva di passare alla discussione del punto successivo all’ODG della seduta, facendo rientrare i consiglieri usciti e procedendo a nuova verifica del numero legale.
Alla luce di quanto successo, contestiamo questa modalità di gestione del Consiglio Comunale. Non riteniamo questo modo attinente alle previsioni regolamentari, né per quanto riguarda il proseguimento della riunione di Consiglio, né per quanto concerne la decisione di procedere, una volta ricostituito il numero legale, all’esame del successivo punto all’ODG. Di fatto è stata impedita e compromessa la libera e democratica discussione a cui siamo chiamati.
Soprattutto consideriamo questa condotta lesiva e poco rispettosa dei diritti della minoranza, sanciti dalle previsioni regolamentari e dal TU enti locali DLGS 267/2000. Temiamo il reiterarsi di quanto accaduto.
La maggioranza, con questa azione, potrebbe allora rinviare, a suo comodo e convenienza, qualsiasi altra mozione, interrogazione o interpellanza presentati dalla minoranza che non intende trattare, a discapito delle suddette previsioni legislative e regolamentari.
Questo atto è un’ulteriore dimostrazione di come questa maggioranza continui a rivelarsi sprezzante della minoranza, poco seria nei riguardi del Consiglio stesso e indifferente rispetto a quei principi di democrazia essenziali nel dibattito pubblico.
A un anno dal primo insediamento del Consiglio, siamo costretti a scriverle perché quest’ultima evenienza si aggiunge a una serie di ritardi ingiustificati, che abbiamo riscontrato nei precedenti mesi di lavoro e che hanno rallentato la consueta e sana attività di discussione degli atti presentati dalle minoranze, calendarizzati con tempi molto superiori ai 30gg previsti dal regolamento.
Per sua conoscenza, ci sono stati atti che hanno atteso fino a sei mesi.