26 capitoli, 26 testimonianze, per conoscere l’Italia devastata nell’ambiente, che si ammala e muore di inquinamento.
È “Mamme ribelli”, il libro scritto dalla giornalista free lance e attivista, Linda Maggiori, che racconta le storie delle battaglie, vinte e perse, dalle mamme e dalle donne contro le industrie giganti che hanno devastato interi territori da Brescia a Piombino, da Marghera a Venafro, da Cremona a Terni, da Taranto a Siracusa e altri.
“Sono Impianti che possono essere le acciaierie – dice Maggiori – i petrolchimici, le fabbriche di pesticidi, i cementifici, gli inceneritori. Molte delle zone devastate sono diventate SIN, siti di interesse nazionale per la bonifica, come Terni. Bonifica quasi sempre mai iniziata”.
“Io ho dato voce a queste donne che spesso non ce l’hanno – aggiunge la scrittrice. Qui quello che mi ha impressionato sono le polveri, è tutto imbiancato dai tetti agli alberi, agli orti”. Secondo Maggiori tra Cremona e Terni non c’è grande differenza. “A Cremona ho notato che i quartieri vicini all’industria si sono spopolati, a Terni non credevo che la situazione fosse così drammatica, vedere questo inquinamento negli oggetti fa pensare a cosa finisce nei polmoni. A Prisciano ho avuto una impressione veramente negativa”.
Linda Maggiori è stata ospite del Comitato Prisciano-Terni Est. Con lei anche Maria Cristina Garofalo che ha fatto la storia dell’inquinamento di Papigno dovuto alla fabbrica che produceva carburo di calcio.