C’è stata una iniziale contrapposizione reciproca. Così il GIP di Perugia ricostruisce i fatti avvenuti la notte di Ferragosto che hanno portato alla morte del del 24enne di Pompagnano di Spoleto, Filippo Limini.
Successivamente- quando si sono resi conto di essere in inferiorità numerica e di avere la peggio, i tre indagati sono fuggiti per poi essere inseguiti.
Secondo il GIP “è vero” che gli indagati “hanno dato dimostrazione di non riuscire a contenere i propri impulsi violenti e hanno partecipato alla rissa” ma “dall’altra parte vi era un altro gruppo di persone, in corso di identificazione, ben più nutrito, fra cui la vittima, che si è contrapposto con una violenza risultata addirittura superiore se si tiene conto dell’inseguimento e dell’aggressione con corpi contundenti, come attestano gli ingenti danni alla vettura”. “Solo il fatto di essersi riparati all’interno dell’auto non ha portato ad esiti gravi con riguardo all’incolumità fisica degli indagati”.
A sua volta il giovane alla guida dell’auto che ha investito e ucciso Filippo Limini, attraverso il suo avvocato ha ribadito “di non essersi accorto di averlo travolto procedendo in retromarcia e che quella era l’unica direzione possibile, essendo in una strada chiusa. C’è anzitutto comprensione per la morte del giovane ma la giustizia deve far emergere la realtà dei fatti. L’auto non è passata sopra alla vittima due volte”.
Ai tre giovani, residenti a Bastia e Assisi, il GIP ha concesso gli arresti domiciliari.