Un Gran Premio quantomeno insolito, quello che è andato in scena sul circuito argentino di Rio Hondo. La discriminante che ha deciso la gara è stato il cambio moto obbligato dalla Federazione: dopo lo scoppio improvviso della gomma di Scott Redding nelle Prove Libere 4 la Michelin non ha voluto correre rischi e ha imposto un pit stop nel mezzo del cammin della corsa.
Un fattore decisivo, visto che, prima del cambio, in testa la coppia Rossi-Marquez stava dando spettacolo con una bagarre accesa ma corretta. Il Dottore in particolare sembrava lanciato verso il successo come nel 2015. Al rientro in pista, però, qualcosa nella seconda versione della Yamaha M1 non ha funzionato e Valentino (2° al traguardo) ha incassato oltre 7 secondi dallo spagnolo (1°) nei 10 giri rimanenti. Il 9 volte iridato può comunque ritenersi soddisfatto per aver guadagnato 20 punti importanti sul compagno Lorenzo, caduto nelle prime battute dopo un avvio “sonnecchiante” (era 6° prima della scivolata): a questo punto la classifica vede Marquez in testa, con 8 lunghezze di vantaggio su Rossi – Lorenzo è 4°, fermo a quota 25. Terza posizione inaspettata per Dani Pedrosa, che approfitta delle cadute di Vinales (Suzuki) e delle due Ducati ufficiali. L’harakiri delle rosse si è consumato nelle ultime curve del giro finale: Iannone ha infilato all’interno e travolto nella scivolata Dovizioso. Comprensibile il rammarico dei vertici di Borgo Panigale, visto che i due erano 2° e 3°, proprio davanti ad un Valentino Rossi alle prese con i problemi della seconda moto. Il Dovi è riuscito a spingere stoicamente la moto fino al traguardo, conquistando i 3 punti della 13° piazza – nessun altro ha visto la bandiera a scacchi –, ma l’aria all’interno del box si fa sempre più pesante.
Da segnalare gli ottimi piazzamenti di Eugene Laverty (4°) e Hector Barbera (5°), con le Ducati clienti versione 2014. I due hanno approfittato delle cadute e del lungo all’ultima curva di Pol Espargaro (6°) – è vero – ma in questi casi la classe sta anche nel rimanere in piedi. Compito svolto anche da Stefan Bradl, che regala all’Aprilia un 7° posto importantissimo.
Tra rivalità sempre più accese, dubbi sul futuro dei piloti – Lorenzo sembra in partenza verso la Ducati – e una classifica cortissima, l’appuntamento è al prossimo Gp ad Austin (Texas), tra appena 7 giorni.
(Giulio Sacco)