Una gara a due facce, quella di Danilo Petrucci, che ad Aragon corre un Gran Premio consistente e guadagna terreno in classifica generale, ma non riesce ad essere vero protagonista. Una delusione, visto la competitività mostrata dalla Ducati.
La partenza non è stata delle migliori, con Petrux frenato alla prima curva dalla caduta di Jorge Lorenzo – un high side che ha catapultato il maiorchino al limite del tracciato, facendo perdere al ternano la linea ideale. Così Danilo si è ritrovato 10°, costretto a rimontare per non perdere il treno dei primi. Nei primi 4 giri comunque è riuscito a risalire fino alla 7° piazza, con un sorpasso deciso su Zarco e sfruttando le scivolate di Alvaro Bautista e Cal Crutchlow. Da lì il trenino: Petrux ha (in parte) ricucito il distacco dai primi, portandosi a pochi decimi da Pedrosa (5° alla bandiera a scacchi) e Aleix Espargaro (6° nel finale), ma senza mai essere abbastanza vicino da tentare un attacco. Nel finale, poi, il calo della gomma lo ha costretto a correre in difesa, contenendo la rimonta di Valentino Rossi (8°, da 18° che partiva).
Il risultato è abbastanza amaro, soprattutto considerando i ritiri degli avversari diretti del ternano, che però può ritrovare il sorriso guardando la classifica: ora è 7°, a pari punti con Crutchlow (6° nella generale) e distante di appena 11 lunghezze da Maverick Viñales, oggi 10° e in netta difficoltà con la Yamaha. «Non sono molto soddisfatto per questa gara» ha ammesso Danilo a freddo, spiegando così il risultato: «I primi 10 giri ho provato a stare con il gruppo di testa ma sentivo una vibrazione nella gomma posteriore che non mi ha permesso di spingere al massimo».
Qualche delusione la Ducati l’ha vissuta anche al vertice, con la caduta di Lorenzo – la seconda consecutiva! – e Dovizioso (2°) battuto in bagarre da Marquez negli ultimi giri. Il folletto di Cervera ha sfruttato al meglio la sua Honda (storicamente favorita ad Aragon) e dopo una prima metà gara di studio ha ingaggiato un duello senza esclusione di colpi con l’italiano. La sua vittoria sancisce (anche se non matematicamente) la fine delle speranze mondiali di Dovi, comunque bravissimo in un tracciato storicamente ostico. Torna finalmente sul podio la Suzuki di Andrea Iannone (3°), che si toglie la soddisfazione di precedere il compagno Alex Rins (4°) prima di lasciare il team a fine stagione.
Continua invece il calvario Yamaha, che non consente ai suoi alfieri di andare oltre l’8° e il 10° posto – rispettivamente di Rossi e Viñales. La moto giapponese è in continua involuzione e sembra sempre più un miracolo il 3° posto del Dottore nella classifica generale. La speranza dei piloti è che possano portare aggiornamenti già dal prossimo appuntamento, in Tailandia, domenica 7 Ottobre.
(Giulio Sacco)