Torna tra i protagonisti, Danilo Petrucci, che sulla pista di Aragon (Spagna) si esalta in tutte le sessioni e in qualifica fa segnare un 7° tempo che gli va quasi stretto. Le aspettative del ternano erano molto alte e domani i presupposti per una Top 5 ci sono tutti.
In effetti Petrux si è subito trovato a suo agio su una pista storicamente avversa – a lui quanto alla Ducati. La versione 2018 della Desmosedici, però, è ben più performante delle precedenti, il che ha consentito a Danilo di stare stabilmente nelle prime posizioni durante le prove libere (addirittura in 2° piazza nella prima sessione). Un avvio non da poco, che gli ha garantito l’accesso diretto in Q2, condannando alla Q1 piloti del calibro di Valentino Rossi (18°), Maverick Viñales (11°) e Johann Zarco (14°). Anche la caccia alla pole sembrava partita nel migliore dei modi, col ternano subito 3° dopo i primi tentativi. Posizione poi persa nel finale, quando sono riusciti a migliorarsi Crutchlow (4°), Iannone (5°) e Pedrosa (6°).
La terza fila comunque lascia sperare in una rimonta, anche considerando l’ottimo passo gara mostrato nelle simulazioni del venerdì. Una prospettiva – questa – che fa conservare l’ottimismo a Danilo: «Sono deluso per questa qualifica» ha dichiarato a freddo, spiegando «Il feeling era molto buono ma non sono riuscito a ottenere il massimo nel mio time attack. Comunque sono fiducioso per la gara di domani, anche se in questo circuito soffriamo un po’ con il consumo della gomma posteriore».
Anche la testa della corsa conferma i miglioramenti della Ducati, che piazza di nuovo i suoi alfieri davanti a tutti. Jorge Lorenzo (1°) e Andrea Dovizioso (2°), divisi da 14 millesimi, sono entrambi riusciti a precedere il campione del mondo Marc Marquez (3°) che ad Aragon ha trionfato nelle ultime due stagioni. Il folletto di Cervera non parte affatto battuto, ma vedere due rosse in testa nel “regno” delle Honda fa sperare i tifosi italiani (nel presente e per le prossime stagioni).
Detto della rinascita Suzuki – che piazza Iannone in 5° posizione e Rins in 9° –, suona la Messa da requiem per la Yamaha, coinvolta in una crisi imbarazzante: la moto giapponese soffre più delle altre lo scarso grip della pista, non dando ai piloti la sicurezza necessaria per spingere. Se Viñales ha provato – con scarsi risultati – a buttare il cuore oltre l’ostacolo (11°), Valentino Rossi ha preferito non rischiare inutilmente per posizioni di rincalzo. Sembra davvero esserci bisogno di una rifondazione in Giappone, e nell’attesa una (ennesima) gara in difesa – domani il via dalle 14:00.
(Giulio Sacco)