Comincia con una delusione il campionato 2017 di Danilo Petrucci, che non riesce neanche a terminare la gara d’esordio sulla sua Ducati (“targata” Pramac, ma con trattamento da ufficiale a tutti gli effetti).
Un Gp difficile – quello del Qatar –, cominciato tra le polemiche con 45 minuti di ritardo, a causa di una pioggia leggera che ha bagnato il circuito, e diviso commissione gara e piloti (la prima che spingeva per correre, gli altri che predicavano calma, visto la scivolosità dell’asfalto). Al via Danilo, scattato dall’11° piazza, si è subito ritrovato nel traffico, navigando per diversi giri intorno alla 16° posizione. Col passare delle tornate la fiducia sembrava crescere, così come il piazzamento del ternano, risalito fino al 9° posto, comunque deludente rispetto alle potenzialità della Desmosedici (seconda al traguardo con Dovizioso).
A 5 giri dalla bandiera a scacchi, poi, Petrux è stato costretto al mesto ritiro per un guasto tecnico. E non sembra consolare nemmeno la pessima prestazione di uno scialbo Jorge Lorenzo (Ducati), 11° al traguardo e tallonato sempre da vicino dal pilota di Terni (che lo ha sopravanzato poco prima di dover rientrare ai box): il maiorchino è ancora impacciato sulla rossa e sono altre le posizioni a cui Danilo deve puntare. Soprattutto buttando un occhio alla 7° piazza di Scott Redding, compagno nel team Pramac ma con la versione 2016 della moto. «Sono molto dispiaciuto per come sono andate le cose» ha dichiarato il 26enne al termine della corsa: «Ad essere onesto, nel secondo giro di ricognizione mi è sembrato di sentire qualcosa di strano con la moto: durante la gara avevo la sensazione di non riuscire a sfruttare al massimo la potenza della moto, soprattutto nel rettilineo. Sono riuscito comunque a fare una buona gara nella parte finale poi a cinque giri dalla fine la moto si è spenta. E’ un peccato ma è soltanto la prima gara e non vedo l’ora di essere in Argentina».
In testa si conferma grande mattatore il giovane Maverick Viñales, che conduce una gara magistrale, con la sicurezza di chi crede nei propri mezzi: partito con calma, lo spagnoletto della Yamaha ha scalato inesorabile la classifica, infilando come nulla fosse gente del calibro di Marquez (4° su Honda) e Dovizioso (2°, dopo una serrata bagarre col vincitore). Si conferma invece inesauribile Valentino Rossi, il cui animale simbolo – più che la classica tartaruga – dovrebbe essere la fenice: ancora una volta il Dottore risorge dalle sue ceneri, portando a casa un (più che dignitoso) 3° posto in un weekend in cui tutti lo davano per spacciato sin dalle prime prove libere. La classe del campione, però, si vede nella capacità di reagire. Una dote fondamentale per tenere a bada un compagno (Viñales), che si sta dimostrando più ostico del previsto.
(Giulio Sacco)