Dal paradiso all’inferno in due curve; poi un lungo purgatorio. È questa la sintesi del Gran Premio d’Australia di Danilo Petrucci, che incoccia finalmente una buona partenza ma la dilapida subito qualche metro più tardi con un errore grossolano che lo ha costretto a rimontare dal fondo.
Un Gp di rimpianti per Petrux, che dopo uno start divino aveva conquistato la prima posizione e sembrava in grado di lottare per il podio (impressione confermata dalle buone prestazioni della Ducati, 3° al traguardo con Dovi, 4° con Bautista, 7° con Miller). Alla seconda curva però il pilota di Terni è stato protagonista di un lungo che lo ha riportato in ultima posizione, molto staccato dal resto del gruppo. Danilone comunque non si è scoraggiato e ha subito iniziato la rimonta, tanto da segnare il (momentaneo) giro più veloce della gara dopo un paio di tornate. Da lì diversi ritiri (cinque!) e innumerevoli sorpassi (sei) hanno riportato il 28enne in zona punti – precisamente in 12° piazza.
Un risultato – questo – che va stretto a Petrucci e che fa sorgere diversi rimpianti: oggi il podio era davvero alla sua portata. Per sua fortuna Johann Zarco, ultimo rivale rimasto per la classifica generale (visti gli infortuni di Lorenzo e Crutchlow), ha commesso un errore ancora più macroscopico: alla 5° tornata ha tamponato in frenata il campione del mondo Marc Marquez, costringendo entrambi al ritiro. Così Danilo può consolarsi con la 6° posizione in campionato, con 4 punti – quelli conquistati oggi – di vantaggio su Zarco e 11 di ritardo su Cal Crutchlow, che però probabilmente non correrà le ultime due gare a causa dell’infortunio rimediato nelle prove libere.
Al termine della corsa il ternano ha spiegato così il “dritto” del primo giro: «È davvero un peccato. Fin dal warm up sentivo di avere un grande feeling. Sono andato in pista determinato e ho fatto la mia migliore partenza in carriera. Purtroppo alla seconda curva ho avuto un problema alla frizione. Mi dispiace molto ma queste sono le gare: una volta è il pilota a commettere un errore, un’altra volta è la moto a tradire. Ci rifaremo a Sepang».
Con l’auto-eliminazione di Zarco e Marquez, in testa si concretizza una gara spettacolare e imprevedibile. A spuntarla è stato Maverick Viñales, rinato con la sua Yamaha, che ha potuto guadagnare diversi secondi di margine sugli inseguitori approfittando delle loro scaramucce. Duelli che si sono protratti fino alla fine e che hanno visto vittorioso Andrea Iannone, 2° su Suzuki, davanti ad Andrea Dovizioso (3°). Grande gara anche per Alvaro Bautista (4°), sostituto di Lorenzo sulla Ducati ufficiale, che tallona costantemente Dovizioso e alla fine gli arriva di poco alle spalle. Detto della 5° piazza di Alex Rins, delude Valentino Rossi (6°). Il Dottore, 2° a inizio gara, ha lottato caparbiamente per il podio ma è calato nelle ultime tornate, forse a causa del consumo delle gomme. La Yamaha è tornata a vincere ma non con lui, che dovrà cercare riscatto già dal prossimo appuntamento, tra una settimana in Malesia.
(Giulio Sacco)