Vedi la pioggia e pensi: “questa è la giornata di Petrux”; poi ti accorgi che la sua Desmosedici del team Pramac è parcheggiata a bordo pista invece che sulla 13° casella di partenza. È stato questo il risveglio dei tanti tifosi del ternano, che sul tracciato di Sepang (Malesia) hanno temuto di non vederlo in pista nelle condizioni a lui più congeniali.
Un guasto elettronico prima della partenza ha tagliato le gambe a Danilo Petrucci, che fortunatamente è poi riuscito a prendere parte alla corsa, ma slittando in ultima posizione (22°). Una condizione non facile nemmeno per uno specialista del bagnato come lui: nel gruppone dei piloti meno competitivi Danilo ha sgomitato per più di metà gara, calibrando i sorpassi e dovendo resistere ad attacchi da “ultima spiaggia”. Una rimonta che si è però fermata alla 6° posizione – a poco più di un secondo dal poleman Pedrosa – visto che in testa non hanno fatto sconti, accumulando più di 20 secondi mentre Petrux era bloccato nel traffico. I rimpianti ci sono; perché Danilo avrebbe potuto prendersi un altro (meritato) podio e perché non è la prima volta che un problema tecnico lo ferma: oltre alle disavventure di quest’anno, non si può dimenticare Assen 2016, quando – sempre sotto la pioggia – un guasto gli “rubò” la vittoria. Così, nonostante la soddisfazione per la prestazione, il ternano non può nascondere un po’ di rammarico: «Sono contento di questo sesto posto perché è stata un Gp difficile: la partenza è stata molto buona ma nei primi giri ho fatto molta fatica. Durante la gara non riuscivo ad avere molta trazione ma ho spinto al massimo per ottenere il miglior risultato. Se devo essere sincero, però, credo che abbiamo perso un’occasione per lottare per un altro podio» ha dichiarato a freddo.
Nonostante le disavventure del pilota di Petrucci, però, il Gp è finito con due Ducati davanti a tutti. Quella di Jorge Lorenzo, 2° e per molti giri in testa, e la rossa di Dovizioso, meraviglioso vincitore di una gara corsa col coltello tra i denti. Un inizio “soft”, con Dovi consapevole di avere il passo per vincere. Così, senza troppa fretta l’italiano ha sopravanzato nell’ordine il rivale Marquez (4°), Johann Zarco (3° alla fine) e il compagno ducatista. Una battaglia vera, senza ordini di scuderia, come dimostra l’imbarcata di Lorenzo nel finale, quasi a terra nel tentativo di contenere il compagno di squadra. Quella di oggi è la 6° vittoria stagionale per Dovizioso, che – a un appuntamento dal termine – ha sì 21 punti di ritardo da Marquez, ma anche il merito di aver tenuto aperta la corsa iridata fino alla fine. Detto del 5° posto di Pedrosa, continua il calvario della Yamaha 2017, sempre in crisi in condizioni di scarsa aderenza: Rossi 7° e Viñales 9° sono l’emblema di una moto involuta rispetto al 2016.
A Valencia (12 Novembre) l’ultimo atto di questo Mondiale, con l’obbligo per Dovizioso di vincere e sperare che Marquez non arrivi tra i primi 11. Uno scenario a dir poco improbabile, ma che Dovi ci invita a sognare con quello che è il miglior campionato della sua carriera: per molti non sarebbe mai stato un campione. Ad oggi lo è, un vero campione. E, tra due settimane, potrebbe diventarlo anche del Motomondiale.
(Giulio Sacco)