Giornate calde, afose, ideali per un po’ di mare. O per chi abita lontano dai lidi, un po’ di piscina.
Avercela! A Narni se la sognano. Da anni, da decenni, è stata inghiottita dal Castello di San Girolamo. Adesso per i corsi di nuoto i genitori sono costretti ad andare a Terni. Oppure ad Amelia.
A Narni rosicano: loro la piscina non ce l’hanno. Sì, una a Nera Montoro, piccola e senza spazi. Per il resto è solo rosicamento per un impianto che serviva, servirebbe come il pane. Ma perché questa mancanza? Perché non se ne parla nemmeno?
Una colpevole c’è: Maria Lanari, battagliera consigliera della minoranza per dieci anni. Perché colpevole? L’aver pensato una piscina a servizio dei cittadini e delle scuole in un ritaglio del parco Donatelli, allo Scalo. L’aggravante è che il suo progetto non aveva difetti. Anzi.
Chissà forse c’è una malattia latente, non solo a Narni: se l’idea non arriva dal Palazzo, inteso come maggioranza, qualunque sia, non se ne parla nemmeno.
La povera Lanari venne dileggiata dall’allora sindaco del PDS Luigi Annesi: “Macché parco. La faremo, privata, davanti ad Italia ’61, un ristorante sulla Tuderte. Il parco lasciamolo stare”. Il progetto non andò in porto. Ora c’è una specie di rudere e della piscina nemmeno il ricordo come di Annesi scomparso nell’insignificanza.
Lanari riprese fiato: “Ma lì è il miglior posto possibile, ci sono le scuole, tutte le scuole” affermò convinta di poter avere migliore ascolto da parte di Stefano Bigaroni, il sindaco che seguì Annesi.
Bigaroni giovani e spavaldo, sembrava poter dare un diverso impulso ad una amministrazione che non andava né avanti e né indietro. E cambiò totalmente atteggiamento: nemmeno rispose a Maria Lanari.

Però quello della consigliera era il miglior progetto, lo sapevano tutti. Di tanto in tanto tra i Democratici di Sinistra di allora se ne parlava. Sottovoce, tanto per non dargliela vinta. Ma lì finiva. Nessuno avrebbe costruito una piscina necessaria con la paura che poi Lanari l’avesse rivendicata. Ma serviva. Andassero a Terni. Oppure ad Amelia.
I sindaci che hanno seguito la poco entusiasmante esperienza di Bigaroni non hanno nemmeno avuto il bisogno di mettere “veti”: Maria Lanari aveva smesso la sua attività politica e si era trasferita al mare, lasciando i narnesi nel sogno. Ormai della piscina nessuno parla più. Nemmeno per caso. Singolare esempio di programmazione di opere pubbliche. Dice: “Ma si fa una strada inutile, si potrebbe fare anche una piscina, che è utile”. E no, lo stradone è propedeutico per i nuovi parcheggi (qualunque cosa significhi).
Ma a ben vedere quello stradone è necessario davvero: per andare a Terni più velocemente, per andare in quelle piscine comunali.