L’implacabilità della tassa sulla nettezza urbana è davvero feroce, fuori da ogni logica. E con le bollette in arrivo si capisce che il Comune di Narni non ha alcun rispetto per gli studenti universitari, che blandisce a parole, che vede come una salvezza per l’economia cittadina, ma che non difende. Mai. Vengono trattati come se non stessero per almeno sei mesi lontano da Narni e quindi per la metà del tempo, appunto, non consumano, non sporcano, non producono rifiuti: la tariffa è la stessa. Implacabilmente.
“E siccome poi vanno ad abitare negli appartamenti, che sono seconde case per i narnesi, scatta pure la maggiorazione. Insomma per un soggiorno di quattro – cinque mesi all’anno, gli studenti pagano oltre duecento euro, come i residenti, che vi abitano sempre” spiega Sergio Bruschini, consigliere comunale.
“Sembra davvero una tassa occulta: tra l’altro, in tantissimi usufruiscono della mensa universitaria e così non hanno nemmeno la preoccupazione di riempire il secchio dell’umido. Per dire, le duecento euro sono a fronte di qualche cestino di carta usata per gli appunti ed una decina di bottiglie dell’acqua minerale, quando la consumano. Era stata presentata anche nell’altra amministrazione – ricorda Bruschini – una proposta del genere ma il sindaco Francesco De Rebotti non se ne dette per inteso, mantenendo in maniera ossessiva la tassa capestro per gli studenti, che lisciava con una mano e spennava con l’altra. Sia chiaro, differenziare la tariffa è possibile: lo fa, o faceva, la Sii, che garantisce loro una riduzione.
Chissà se se ne riparlerà in Consiglio, perché proprio il consiglio neoeletto ha il potere di cambiare un regolamento iniquo per centinaia di ragazzi e ragazze, le cui famiglie fanno grandi sacrifici economici per mandarli a Narni e che si ritrovano a pagare anche per i residenti”.