E’ stata all’altezza della situazione. E davanti ai migranti non poteva che fare quello che ha fatto: abnegazione e dedizione. Marianna Mandich, sanitaria del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, è di “pattuglia” in mezzo al Mediterraneo nella rotta “libica” a dare conforto ai disperati. E non poteva che essere così perché anche lei è una narnese acquisita dato che la sua famiglia viene direttamente dalla Istria, da dove, appena dopo la guerra è dovuta fuggire, migrare in Italia in condizioni difficili.
E non gli è bastato salvare uomini e donne: otto mesi fa ha anche aiutato una migrante a far nascere il proprio figlio in mezzo la mare, su una nave militare. Per questo., e molto altro, in verità, s’è meritato il Premio Mimosa 2016 ed anche la gratitudine dei migranti che ha soccorso ed anche dei narnesi.
Le note che seguono sono state scritte proprio da Marianna Mandich
Agosto 2015
Far venire alla luce un bambino in pieno mare aperto al largo del Mar Mediterraneo è forse una delle esperienze più emozionanti della mia carriera sanitaria nel Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. Era l’inizio di settembre dello scorso anno quando durante uno dei target a bordo della motovedetta CP 312 è stata trasferita dalla unità maggiore della Guardia Costiera una donna in travaglio, le contrazioni erano molto frequenti e dopo due ore, grazie al supporto sanitario che ho prestato insieme al medico, è venuto alla luce il piccolo Feminò. Dal 2008 team sanitari del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta prestano soccorso ai migranti a bordo delle motovedette e delle navi maggiori del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e dei pattugliatori della Guardia di Finanza, finora più di 44 mila persone sono state assistite da medici e infermieri professionisti al largo dello Stretto di Sicilia molto spesso in condimeteo complesse e non sempre le persone recuperate erano in buone condizioni di salute.
Dall’avvistamento del target all’arrivo nei pressi del barcone spesso occorrono più di 5 ore di navigazione ad una distanza di 100 miglia da Lampedusa e diversi sono stati i casi di migranti salvati in extremis, ricordo di un migrante che stava apparentemente bene ma ha smesso all’improvviso di respirare perché aveva ingerito acqua e benzina, dopo il nostro immediato intervento è sceso a terra con le sue gambe. Purtroppo a volte abbiamo dovuto constatare il decesso di donne incinte e uomini rinvenuti all’interno del barcone di provenienza dalle coste africane, scoperti nel momento in cui il gommone si avvicinava come da prassi all’imbarcazione per trarre in salvo i migranti. Non ci si abitua mai a queste esperienze negatice che lasciano il segno ma che fortunatamente sono in percentuale minima rispetto a quanti sono giunti sani e salvi sull’isola di Lampedusa.
Febbraio-Marzo 2016
A bordo del Responder, nave del NGO MOAS (Migrant Off-Shore Aid Station) impegnata nel soccorso ai migranti al largo del Mar Egeo ho prestato attività sanitaria in team con un medico. L’attività sanitaria di soccorso ai migranti è stata affidata anche in questo caso al Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. La tipologia dei soccorsi cambia ancora una volta. Sopraggiunti i soccorritori si affiancavano ai gommoni e li accompagnano sulla paratia della nave. Diverse anche le imbarcazioni dei migranti, molto più piccole e con un motore poco sicuro perché elettrico, molto spesso il loro viaggio finiva a remi che avevano a bordo. Qui i decessi sono stati, purtroppo, più frequenti: soprattutto bambini morti per ipotermia, bastano pochi minuti di immersione nel mare gelido dell’Egeo per ritrovarli cianotici e già privi di attività respiratoria.
In questo anno di soccorso a bordo delle imbarcazioni ho avuto modo di fare un’esperienza fuori dal comune, certamente sul lato umano ho avuto modo di incontrare e assistere migliaia di persone, guardarli negli occhi e poter dar loro una speranza di una nuova vita è stato certamente molto importante per la mia crescita personale a ciò si affianca un’esperienza professionale unica nel suo genere di primo soccorso sanitario al largo delle coste del Mediterraneo.