Cinque ettari di tappeto verde, tra sentieri e profumi intensi, quasi settecento alberi, piantati ormai da decenni, una marea di specie vegetali, grandi e piccole, alcune molto pregiate, un Pomario antico. Numeri del Parco Donatelli, che però dimostra anche la scarsa attenzione che il Comune gli riserva. Lì ci dovrebbe stazionare almeno un giardiniere a tempo pieno ed invece la presenza di uno pratico, dipendente addirittura da una agenzia interinale, si ferma a solo due giorni alla settimana, e spesso viene usato pure come fattorino. Il risultato? Un senso latente di abbandono che poi diventa ancora più forte se si passa al pregiatissimo Pomario, che sta letteralmente per morire.
Era stata una intuizione di Francesco De Rebotti, all’epoca solo assessore, l’acquisto delle piante antiche da frutta dal laboratorio di Archeologia Arborea di Città di Castello realizzato da Livio Dalla Ragione: meli, peri, peschi, così come erano cent’anni fa, che davano la frutta non omologata da supermercato, un po’ stortignaccola, qualche volta anche col verme, il segno che non c’era inquinamento; il tutto era un elemento importante della memoria. Nel primo momento è sparita la tabellazione che l’indicava; poi le piante sono state tralasciate completamente e qualcuna si è anche stufata di produrre, dal momento che nessuno l’ha poi più potata. Una ricchezza culturale che sta andando letteralmente in fumo, proprio a ridosso dell’abitato di Narni Scalo.