I posti di lavoro verranno mantenuti. Anzi, per quanto possibile, ci saranno delle trasformazioni a tempo indeterminato di alcune posizioni mentre per altre è prevista una proroga.
All’Alcantara e nel suo mercato di riferimento, i problemi ci sono: pandemia, guerra in Ucraina. Problemi che sono stati ben compresi da tutti, sia dall’azienda che dai sindacati che hanno terminato una trattativa serrata che ha portato ad un punto di caduta molto soddisfacente. Almeno per il momento. Questo di seguito è il comunicato sindacale emesso al termine della trattativa:
“Si è conclusa la riunione tra Azienda e Sindacati inerente la richiesta d’incontro fatta dalle segreterie in merito all’andamento economico aziendale e occupazionale.
La situazione economica mondiale, già segnata dalla pandemia, si è aggravata dal conflitto in Ucraina che desta preoccupazioni oltre all’aspetto umanitario, anche dall’aspetto economico. Il prezzo dell’energia ed in particolare il metano ha visto un aumento di dieci volte il prezzo standard rispetto all’anno scorso.
Nonostante queste problematiche l’azienda ha fatto presente che le previsioni per la chiusura di questo Anno Fiscale hanno raggiunto diversi obiettivi e per il prossimo si prevede un incremento dell’8%.
Dalla discussione è emerso che le posizioni di 69 lavoratori verranno trasformate e/o prorogate in base a ciò che permetterà la legge di stabilità in termini di proroghe.
Inoltre è stata stabilita la necessità di aprire il tavolo della contrattazione per discutere dell’organizzazione di ogni singola unità. A breve sarà indetta l’assemblea generale delle lavoratrici e dei lavoratori”.
AGGIORNAMENTO
I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl dei chimici, in serata, hanno proclamato lo stato di agitazione, d’accordo con i lavoratori, visto che da 87 i posti di lavoro scenderanno a 69.
“La rsu – si legge in una nota unitaria – ritiene irricevibile tale proposta, in quanto risulta per noi fondamentale implementare e garantire la qualità delle produzioni, ma soprattutto la sicurezza dei lavoratori tutti, che secondo noi verrebbero meno”.
I delegati giudicano “folle ridurre l’ attuale organico e aumentare ulteriormente i carichi di lavoro, peggiorando il clima aziendale, già particolarmente teso”.
Pur tenendo conto inoltre dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, le rsu ritengono pertanto “inaccettabile recuperare la marginalità dell’ azienda sulle spalle dei lavoratori”. “Se risparmi dovranno esserci vanno recuperati in altro modo” concludono i delegati, spiegando che il blocco degli straordinari è solo una “prima azione di lotta”.