I primi approcci ci sono stati in Regione: l’obiettivo è quello di tornare a sfruttare la sorgente della Morica che sbocca dentro le Gole del Nera, la sorgente è diventata di nuovo appetibile.
I quindici metri al secondo di acque che scende dal Monte san Pancrazio è una enorme quantità d’acqua che potrebbe dissetare una città come Terni. Ma che produrrebbe tantissima energia elettrica. A dire il vero ci aveva pensato a suo tempo l’ingegner Netti per dare vita alla seconda centralina italiana di tutti i tempi. Poi però arrivarono le vacche grasse e venne sommersa da nuove opere. Lo studio tecnico che inizierà a girare i tavoli delle autorizzazioni prevede un recupero dell’acqua ed una sua desalinizzazione completa, dal momento che quella è davvero piena di tutti i minerali, tranne l’oro.
L’opera potrebbe essere realizzata a livello del fiume senza alcun impatto visivo con tubazioni che riporterebbero l’acqua verso la Conca Ternana.
Per la centralina è stato individuato lo stabile che era stato donato dalla Erg al Comune di Narni e che potrebbe garantire un “mascheramento” adeguato. La redditività è anche data dal fatto che quella è energia rinnovabile e che viene al momento sprecata in modo imperdonabile.
Ora, con la ricerca di qualsiasi rivolo di energia sarebbe molto, molto competitiva. Lo stesso dicasi dell’acqua potabile, che sarà sempre più merce rara. Ora la società milanese che è interessata sta spendendo il tempo per approfondire e far conoscere le proprie intenzioni ma tra non molto farà conoscere ogni aspetto di un’opera che permetterebbe di valorizzare un pezzo di territorio molto importante.