Narni può vantarsi di avere un altro centro di esposizione, un punto culturale di grande qualità: il palazzo del Beata Lucia. Farà pendant con Narni Sotterranea e il Museo cittadino per accogliere le migliaia di visitatori. La ciliegina conclusiva è stata l’inaugurazione, senza messa, della chiesa inneggiante la Beata narnese, opera portata a termine con grande dispendio di professionalità e mezzi, ma anche con la illuminata manualità, da Simone De Turres, il restauratore principe della città. Erano presenti oltre al presidente Sergio Rossi, il sottosegretario all’interno Emanuele Prisco, il sindaco Lucarelli, il vescovo Soddu e molti dei tecnici interessati al restauro.
Bello, bellissimo il complesso che si snoda su due piani pronto a mettere in mostra le opere che in tanti secoli gli sono rimaste “attaccate”: quasi tutte con sfondo religioso, quasi tutte con l’immagine della Madonna caritatevole, in quel luogo dove la carità era il punto di forza. E allora teche che mettono in vetrina documenti autentici di questi secoli di attività, le campane originali, i lampadari vecchi di secoli, tutti interessanti, tutti spiegati nei dettagli.
Rimangono ancora segretissimi, e lo saranno per sempre, gli incartamenti che assegnavano ciascun bambino ospite con le famiglie che li avevano lasciati: quello sarà un segreto che finirà con l’Ente. L’Azienda Beata Lucia mantiene ancora una sua finalità assistenziale nel mutato panorama nazionale ma il suo Consiglio di amministrazione ha voluto prima di tutto riconsegnare questo grande palazzo, questo monumento, alla città.
La vera bravura è stata nel cercare, trovare ed utilizzare i tanti fondi pubblici a disposizione. Alla fine, un milione e duecento mila euro sono stati spesi guardando alle opportunità previste dalle tante leggi, soldi sufficienti a rimettere in carreggiata un immobile che ha sempre bisogno di manutenzione. Una serie di opportunità scovate sotto la regia di Sacha Proietti, deus ex machina dell’ente, che si è avvalso di tanti professionisti di alto livello, del rapporto con la Soprintendenza ed altro ancora. La testimonianza di Claudio Di Loreto, uno degli architetti: “E’ stato esaltante lavorare per il Beata Lucia, per un luogo che era off-limits e che invece mi è diventato familiare. In termini affettivi, ho molto preso e moltissimo dato”.
Tra l’altro il Consiglio di Amministrazione è in scadenza: dai presenti alla cerimonia si è alzato forte l’auspicio di un pronto rinnovo.