“L’Italia vera non è solo Roma, Milano, Napoli, Torino, l’Italia vera è questa a Narni, a Todi. 5 mila borghi italiani hanno meno di 5 mila abitanti. Questo è già un centro che va verso i 20 mila abitanti e poi , mi sono informato, è proprio il centro dell’Italia. Ecco, non è possibile che il centro dell’Italia sia governato da 70 anni sempre dalla stessa sinistra. Domenica dateci una mano”.
Parole pronunciate da Matteo Salvini, il leader della Lega che questa mattina è stato a Narni Scalo a supporto della candidata sindaco della città, per il centrodestra, Cecilia Cari.
Dopo aver tessuto le lodi della governatrice dell’Umbria Donatella Tesei “scelta perché è brava, non perché è donna”, Salvini ha ricordato come “solo qualche anno fa sarebbe stato incredibile pensare al centrodestra al governo dell’Umbria, di Terni, di Perugia”.
“A me piace parlare coi fatti, non con la filosofia o le promesse. Da quanti decenni sentivate parlare di ospedale , è arrivata la Lega e si sta lavorando all’ospedale di Narni.
Parlando di turismo e infrastrutture e sottolineando la mancanza di personale Salvini ha trovato il modo di attaccare frontalmente il Reddito di Cittadinanza: “bisogna prendere atto, dopo 4 anni, che il Reddito di Cittadinanza diventa un disincentivo al lavoro, quei soldi sarebbe più produttivo darli all’imprenditore che crea lavoro vero piuttosto che a qualcuno che ha più convenienza a stare a casa che non alzarsi alle 6 della mattina”.
Salvini ha ribadito la necessità della pace fiscale “sono pronte 140 milioni di cartelle esattoriali di Equitalia pronte a massacrare 16 milioni di italiani, sarebbe una follia. Ho già detto al Presidente Draghi, rottamazione di queste cartelle esattoriali, saldo e stralcio e pace fiscale altrimenti lasciamo in mezzo alla strada milioni di italiani che non avevano i soldi prima del covid, figurati se ce l’hanno dopo il covid”.
Oltre la pace fiscale c’è un’altra pace da raggiungere, quella in Ucraina. “Chi prova a costruire percorsi di pace come il sottoscritto viene massacrato dalla sinistra, ma io vado avanti perché per la pace ne vale sempre la pena. Per fermare le bombe, le armi e la morte bisogna provarle tutte se aspettiamo Di Maio fra 6 mesi siamo ancora qua che guardiamo bombe e missili che volano sulle teste della gente. E la pace non solo è necessaria per salvare vite là ma anche per salvare posti di lavoro qua altrimenti ci saranno migliaia di operai e artigiani che perdendo il lavoro se la guerra va avanti a settembre andranno a casa di Letta e Di Maio , a pranzo e a cena”.