Una nuova centrale idroelettrica lungo il Nera a Narni Scalo? E perché no! Il momento è quello giusto per dare il via a tutte le forme energetiche alternative e, meglio ancora, rinnovabili: manca corrente, gas, petrolio ed il territorio deve fare forza su quello che ha. E così sta tornando d’attualità lo studio fatto dall’Università di Perugia, che aveva scansionato l’intera asta del Nera, da Ferentillo a Narni, per vedere la possibilità di costruire delle piccole centraline idroelettriche automatiche, come avviene lungo altri fiumi. E l’approfondimento aveva portato alla luce la possibilità per ben diciannove di esse. Alcune delle quali di modestissima potenza, è vero, ma due, invece avrebbero tutte le carte in regola per essere economicamente valide.
La prima a Ferentillo e l’altra appena sotto lo stabilimento della Sangraf a Narni. Proprio questa può vantare, lungo il fiume Nera, un salto di quattro metri che svilupperebbe una energia di 13.895 Mw/h all’anno con una potenza di di 1.906 Kw. Gli studi hanno anche portato a definire come il break even, insomma il momento del ripagamento delle spese, ci sarebbe solo dopo un anno e mezzo dalla costruzione e, se i prezzi purtroppo dovessero rimanere così alti, anche prima, molto prima.
Quella di Narni avrebbe dalla sua anche la mancanza dell’aspetto impattante in quanto le costruzioni necessarie sarebbero adiacenti a quelle della Sangraf, che farebbe da quinta alla piccola cabina ed alle linee in partenza. La società che sta portando avanti lo studio di fattibilità da presentare al comune di Narni sta valutando attentamente ogni aspetto anche quello della difesa dei pesci che avrebbero spazi sufficienti per le loro risalite periodiche.
“Ovviamente prima vogliamo vedere i progetti esecutivi – dice Marco Mercuri, il vicesindaco di Narni – ma a noi sembra davvero importante che si vada alla ricerca del recupero di qualsiasi forma di energia. Va anche sottolineato che per costruirla sia dal punto di vista edilizio che da quello elettrico, ci sarà un lavoro da fare per le imprese italiane. Forse qualche tempo si è perduto ma adesso è davvero ora di accelerare su questo fronte: un centralina idroelettrica, anche se di bassa potenza può dare ancora più forza al “nostro” fiume, qualche volta quasi dimenticato ma che invece potrebbe continuare ad essere fonte di ricchezza.”