Era una vera preoccupazione ambientale: il sito, che una volta ospitava l’Adica, ex fabbrica di pesticidi, adiacente alla stazione di Nera Montoro, era stato abbandonato senza che si sia mai saputo cosa contenesse nel momento della chiusura.
Ora la notizia che il Governo e la Regione dell’Umbria, sono riusciti a destinare, per l’azione di recupero, ben ottocentomila euro. Non basteranno, di sicuro, se non per le operazioni di approccio, perché l’inquinamento è ormai arrivato in profondità dopo una trentina di anni di lavoro un po’ avventuroso ed un altro ventennio d’abbandono. Però sono necessari per monitorare la reale situazione del sito, che la burocrazia chiama “orfano”, cioè che non ha più un proprietario.
Il finanziamento verrà impiegato comunque per mettere in sicurezza la zona ed anche per la stesura di un vero piano di recupero, che sarà lungo e costoso: tanto per fare un raffronto, le azioni di bonifica all’interno della ex Terni Chimica durano ancora oggi dopo quasi vent’anni dal loro inizio.
La comunità di Nera Montoro aveva chiesto a gran voce un intervento da parte del Ministero per la paura che quell’inquinamento potesse arrivare alle falde idriche ed al fiume sottostante. Quella fabbrica non ha mai avuto una vita facile: nel 1973 il deputato Filippo Micheli riuscì a far fare all’Eni un poderoso investimento a Nera Montoro, che portò alla nascita dell’Alcantara, della Fibres che produceva tubi per l’edilizia ed ora, in piccolo, lastre di policarbonato, ed appunto l’Adica, specializzata in fitofarmaci, insomma di prodotti chimici altamente inquinanti. Passò di mano in mano, arrivando anche in quelle della Fiat, tramite la Snia, per poi essere venduta ad imprenditori emiliani. Dopodiché la chiusura senza che vi sia stata una qualsiasi azione di interesse da parte di alcuno. E così la fabbrica dovrà essere smantellata, il terreno bonificato e lasciato a parco pubblico.