La siccità estiva li ha “bruciati” tutti o quasi: la trentina di alberi, di lecci, querce e carpini, per la precisione, piantati in sostituzione di vecchi, vecchissimi e pericolosi abeti, non sono riusciti ad attecchire a Narni, al Parco della Rimembranza. C’è stata molta delusione perché quel parco, che voleva ricordare l’estremo sacrificio di un centinaio di narnesi nella Grande Guerra, era diventato, e lo è ancora, spoglio, dopo l’arrivo della “motosega”, operazione purtroppo necessaria per mantenere la sicurezza del luogo.
Il Comune aveva dato correttamente seguito alle promesse (“Ne taglio trenta e ne ripianto trenta”) e si è precipitato giusto un anno fa, a rimettere a dimora essenze più consone per il territorio evitando gli abeti. Non ha pensato però ad un impianto, anche modesto, anche provvisorio, di irrigazione. Fatto sta che le piante sono state in balia del tempo inclemente; tra l’altro nessuno dei cittadini che abitano a ridosso delle sfortunate piante, ha portato qualche litro d’acqua, soprattutto nel culmine dell’estate. Il risultato è che ormai anche quella piantumazione è tutta da buttare, da togliere, e riproporne altra in questo periodo, per far aumentare il patrimonio boschivo. Che pare essere davvero sfortunato: quattro anni fa una società di supermercati aveva regalato ben novecento piccole piantine da mettere a dimora, operazione correttamente eseguita. Alla fine, però sono state tagliate tutte, tranne dieci, dai manutentori del verde pubblico, che non le avevano riconosciute e sono state vittima dei decespugliatori.