Beh, se c’è da fare un plauso a tutte le hostarie della Corsa all’Anello quello è per la velocità con cui servono i pasti. Oramai le cucine sono piene di specialisti e i tempi di attesa sono davvero minimi. A Santa Maria domenica sera è stato possibile mangiare in pochissimi minuti. La sala era gestita da un ragazzo sveglio, Filippo, cordiale e disponibile ma che farà l’ingegnere ambientale. Molto bravo. Le porzioni abbondanti al punto che è stato possibile “smezzare” sia il primo che il secondo. All’inizio la carbonara, servita con guanciale come si conviene: buona, piccante, carica al punto giusto. L’arrosto misto era nella tradizione: braciola alta e quindi un po’ dura ma molto gustosa. Salsicce e fegatelli non eccezionali; buone invece le “costorelle”. Pane appena sufficiente anche se si capiva che veniva dal pranzo. Il vino eccellente, il ciliegiolo. Un appunto sulla quantità: si è costretti a passare da un bicchiere a mezzo litro, senza mezze misure. Il prezzo? 33 euro sul range alto della festa. Non poco per una cena. Per i dolci si deve cambiare negozio e scendere al “Saporetto” ma sarà l’occasione per un’altra incursione.