Dopo la deputata 5Stelle in commissione Lavoro alla Camera Tiziana Ciprini, che ha presentato un’interrogazione al ministero del Lavoro e al ministero dello Sviluppo economico in merito alla situazione in cui versano i lavoratori precari di Eskigel, ora intervengono i i sindacati dei lavoratori somministrati della provincia di Terni, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp che sottolineano come il decreto dignità in questo caso non sia stato affatto risolutivo.
“Fa piacere l’interessamento dell’onorevole Tiziana Ciprini, considerando che tale decreto lo ha fortemente voluto il M5S. L’inserimento del contributo addizionale dello 0,5 ad ogni rinnovo, utile a disincentivare i rapporti a tempo determinato, andrebbe rivisto con urgenza nelle attività stagionali per evitare, come sta avvenendo in questa realtà, che lo strumento diventi un boomerang”.
Secondo i sindacati, infatti, l’uso dell’addizionale nelle attività stagionali andrà a penalizzare i lavoratori con maggiore anzianità lavorativa, mettendoli a rischio di un mancato rinnovo di contratto.
Così per lunedì 22 luglio alle ore 10 Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp hanno organizzato un presidio di protesta all’interno della vertenza dei lavoratori precari di quella che è una delle principali aziende del settore alimentare in Umbria.
“Il percorso che ci ha portati a questa mobilitazione è stato molto complesso e chiaramente l’appuntamento di lunedì – spiegano i segretari Luca Solano (Nidil), Rocco Ricciarelli (Felsa) e Roberta Giovannini (Uiltemp) – va considerato un punto di partenza e non di arrivo. In questi anni nell’azienda, una delle poche rimaste nel territorio con prevalente occupazione femminile – continuano i tre sindacalisti – si è assistito ad una applicazione della somministrazione che non ha salvaguardato in pieno la continuità occupazionale dei lavoratori e fino allo scorso anno, all’uso massiccio di missioni brevi e reiterate che ha reso precario ciò che fino a poco tempo prima consentiva alle persone di sopravvivere. Il nostro obiettivo – concludono Solano, Ricciarelli e Giovannini – è di costruire un tavolo di confronto con l’utilizzatore e l’agenzia di somministrazione, per definire ogni possibile strumento contrattuale in grado di mettere in sicurezza tante lavoratrici e lavoratori che vivono una condizione di precarietà sia nel lavoro che psicologica”.