Comitati e associazioni ambientaliste sono scesi oggi in piazza a Terni e in altre città dell’Umbria, Spoleto, Gubbio e Perugia, per protestare contro il piano di resilienza e ripresa adottato dalla regione Umbria che prevede la realizzazione di 3 impianti per CSS e cobntro il piano regionale dei rifiuti. “Si dovrebbe potenziare la raccolta differenziata – dice Fabio Neri del Comitato No Inceneritori di Terni – si avrebbe così uno scarto molto pulito e minimo rispetto al volume totale dei rifiuti e questo significa non appesantire i territori che hanno delle discariche ma realisticamente iniziare a programmare la chiusura delle discariche stesse per assenza di rifiuto. E’ un discorso che va iniziato e va fatto un lavoro molto importante su territori che sono ridotti male sulla raccolta differenziata”.
“Noi opponiamo non solo un nuovo piano dei rifiuti – sostosngono gli ambientalisti – ma vogliamo costruire percorsi pubblici di controllo dell’operato dei vari soggetti deputati, e di indirizzo delle misure di Prevenzione Primaria da esposizioni inquinanti involontarie. L’Ecodistretto, nato dal lungo lavoro fatto con i Medici per l’Ambiente, è la sostanza pratica e
articolata del processo a cui vogliamo dare vita in ogni territorio in cui ci sia sensibilità e mobilitazione a difesa delle matrici ambientali e della salute dei nostri corpi. A questo fine è urgente la riattivazione immediata del Registro Tumori di Popolazione, così come era organizzato prima della sua chiusura. Sarà necessario che il nuovo Registro contempli tra le sue finalità istitutive anche la Valutazione delle Esposizioni attuali”.
“Sappiamo più che mai ora, quale sia l’entità del disastro imminente. La nostra casa sta bruciando, il cambiamento climatico, causato dalle irresponsabili, avide e predatorie produzioni umane, ci sta presentando il conto. Grandi disuguaglianze sociali crescono all’ombra delle produzioni più impattanti, che usano aria, acqua, suoli e corpi come prolungamento delle loro attività senza porsi alcun limite. I grandi inquinatori non sembrano voler retrocedere. Come nemmeno sembra arrestarsi l’accaparramentodella risorsa idrica, continuamente sottoposta a privatizzazioni di fatto, come nella nostra regione Umbria ad opera della multiutiliy romana.
A tutto questo dunque vogliamo siano destinati i tanti soldi del Recovery Found – concludono le associazioni ambientaliste – economia circolare vera, non quella di inceneritori e cementifici, e una Giusta Transizione Energetica che rispetti i territori, che dia alle comunità la possibilità di decidere come produrre la propria energia, che non dia più enormi sussidi alle fonti fossili dalle quali non potrà venire nulla di buono. Se sei parte del problema, non puoi essere parte della soluzione!”