Non è un momento fortunato per l’impiantistica sportiva e per il movimento sportivo ternano: la chiusura delle Piscine dello Stadio e la paventata chiusura, se non ci saranno novità in merito, delle attività del Ceffas stanno mettendo in subbuglio il mondo sportivo ternano.
Delle Piscine dello Stadio se ne è parlato in altra parte del giornale e si auspica una risoluzione al più presto magari con l’affidamento della gestione ad altra società ma oggi, ed è triste farlo, è doveroso dare risalto ad una vicenda che rischia di gettare al vento 50 anni di storia, di sacrifici, 50 anni di attività che hanno sfornato anche atleti di primo piano anche a livello nazionale. Ma il Ceffas, però, nel corso degli anni oltre ad aver avuto una squadra di pallamano ai massimi livelli, chi non ricorda i successi di quella squadra allenata dal professor Puletti, ha consentito l’avviamento allo sport di migliaia di bambini ternani, di stare insieme e socializzare ai centri estivi e, aggiungendo, poi, negli ultimi anni, cosa importantissima, anche l’attività per i non più giovani o giovanissimi. Insomma un’istituzione che ha avuto un ruolo importantissimo nella crescita sportiva, e non solo, dei nostri ragazzi e nel benessere fisico di tanti anziani.
Ora dopo 50 anni di attività, se non si ricorrerà urgentemente ai ripari, Il Ceffas rischia di chiudere i battenti per non avere più a disposizione gli impianti in cui svolgere attività ovvero il Paladivittorio e il palaDesantis. Il motivo? Non c’è personale a disposizione per l’apertura e la chiusura degli impianti e relativa pulizia.
Tutto quanto precede lo si evince da una lettera protocollata ed indirizzata al sindaco Leonardo Latini e all’assessore allo sport, Elena Proietti, in cui vengono esposti i problemi e in cui ci si chiede il perché ” l’indirizzo politico del sindaco e dell’assessora allo sport non sia stato seguito e attuato dalla struttura tecnica”.
Crediamo che serva per la risoluzione della problematica e, quindi, permettere al Ceffas di continuare la sua attività buon senso e buona volontà e forse un pizzico di intraprendenza in più in considerazione che gli stessi responsabili del Centro si sono detti disponibili ad espletare tutte quelle funzioni necessarie per tenere aperte quelle strutture.
Far morire il Ceffas sarebbe un clamoroso autogol e si macchierebbe la memoria di un grande personaggio del mondo sportivo ternano, il professor Volfango Montanari, scomparso qualche mese fa, che ne è stato il direttore ma anche il padre del ” progetto Ceffas”.