Il regolamento europeo per la protezione dei dati personali diverrà pienamente applicativo a partire dal 25 maggio e prevede un’omogeneità di disciplina in tutta Europa. L’obbligo di adeguamento alla nuova normativa sulla privacy ha subito scatenato le bramosie di alcuni soggetti che, prendendo a pretesto le sanzioni previste per chi non rispetta il codice di comportamento, alzano i toni, esagerano le situazioni e creano spavento per giustificare parcelle elevate. Un atteggiamento veramente scorretto e non rispettoso sia delle aziende che dei professionisti. PMI Italia si è posta l’obiettivo di tutelare le Piccole e Medie Aziende ed il presidente provinciale Angelo Bossi fornisce alcune utili indicazioni.
“Innanzitutto va precisato che il Regolamento dell’Unione Europea non modifica di molto la disciplina che era stata tracciata dalla Legge n. 196 del 2003. Pertanto le Aziende che già avevano adottato le procedure previste da quella legge non hanno molte modifiche da fare. Le Aziende che invece fino ad ora non hanno preso in alcuna considerazione le norme di tutela della Privacy debbono inserire all’interno del loro modo di lavorare alcuni accorgimenti tecnici ed alcune parziali modifiche al rapporto con i dipendenti. Si tratta di modifiche che migliorano l’organizzazione del lavoro e la rendono più corrispondente alle sensibilità ed alle esigenze di oggi”.
Alcune persone, però, creano discredito verso norme che hanno il solo scopo di migliorare il lavoro esagerando le situazioni e diffondendo voci di sanzioni assurde.
“La notizia che è stata fatta circolare di una sanzione pari al 4% del fatturato annuo aziendale non è per niente vera, sostiene Angelo Bossi, perché è riferita ad adempimenti che riguardano attività che esulano, per il 99%, dal settore delle Piccole e Medie Imprese e poi perché quella è la sanzione massima ipotizzabile per grandi Multinazionali e non certo per i nostri Artigiani o Commercianti. In secondo luogo il Regolamento ha stabilito il limite massimo delle sanzioni lasciando ai singoli Stati la loro regolazione. L’Autorità di Controllo italiana ha emesso un documento il 3 ottobre scorso dal titolo Linee guida riguardanti l’applicazione e la previsione delle sanzioni pecuniarie ai fini del Regolamento U.E. 679/2016 “ in cui non sono contenute cifre ma soltanto i criteri in base ai quali l’Autorità preposta stabilirà l’importo delle eventuali sanzioni. Tali criteri prevedono una gradualità di interventi che va dall’Ammonimento alla sanzione pecuniaria calcolata comunque in maniera proporzionata al soggetto, all’aver disatteso ordini del Garante, all’aver o non aver recato danno a qualcuno, all’essere al primo errore oppure recidivi e così via. Mettere paura agli Imprenditori paventando danni enormi per giustificare parcelle altrettanto esagerate per le tasche delle Piccole e Medie Aziende non appare azione corretta perché rinnova negli Imprenditori la convinzione che per sopravvivere bisogna eludere o evadere”.
Le norme della Privacy sono sì un’incombenza da assolvere, ma portano qualità nelle procedure di lavoro e migliorano l’immagine delle aziende. “Dovremmo tutti adoperarci, conclude il Presidente Provinciale PMI Italia Angelo Bossi, per aiutare le nostre aziende a progredire perché solo se le aiutiamo le aziende poi potranno ricompensare tutti”.