“Lotta alla povertà significa, in primo luogo, costruire una rete di tutele e capire chi fa cosa, con quali risorse e a chi dare risposte; poi bisogna parlare di lavoro, di sviluppo, se non determiniamo sviluppo, la lotta alla povertà è solo un fatto permanente di assistenza; Terni ha una occasione e si chiama area di crisi complessa, bisognerebbe che le amministrazioni vivessero questa esperienza fuori dal contesto puramente istituzionale e aprano un confronto con la città intera, con le forze sociali, con le forze imprenditoriali, per definire cosa fare all’interno di questo progetto; la città, su questo, si gioca tutto”.
Lo ha affermato in questa intervista, Sandro Piermatti, consigliere comunale del Partito Democratico, ex assessore, ex segretario provinciale della CGIL, presidente della 3^ commissione consiliare. Piermatti, insieme ai colleghi di partito, Jonathan Monti, Stefano Desantis, Valeria Masiello e Sandro Piccinini, ha richiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario ” per discutere, approfondire e affrontare, con le rappresentanze sociali, le organizzazioni del volontariato,di quali strumenti,di quali risorse mettere in campo, per affrontare, in maniera condivisa questa grave emergenza, che è l’emergenza della povertà, della precarietà in cui sono costretti centinaia di cittadini”.
“C’è un’emergenza – ha aggiunto Piermatti – che non si risolverà nel giro di pochi giorni ; c’è una parte di cittadinanza che soffre e una città che vuole guardare al futuro deve guardare , in primo luogo, alle fasce più deboli della società e creare le condizioni per cui le disparità sociali oggi presenti diminuiscano il più possibile”.
Ma chi sono i nuovi poveri? “sono le coppie che hanno un lavoro precario, ad esempio; sono le coppie che avevano due lavori e uno lo hanno perso, poi ci sono gli anziani con le pensioni minime; c’è da indagare – afferma Piermatti – da riflettere e capire quali strumenti mettere in campo.”
In questi interminabili anni di crisi si è pensato più a far quadrare i bilanci con tagli ai servizi, si è pensato a politiche di austerità che non al corpo vivo della società che ha pagato (e sta pagando) sulla sua pelle un prezzo carissimo.
“Questo tipo di difficoltà non può essere gestito solo dalle associazioni del volontariato – conclude Piermatti – serve un’azione delle istituzioni, e quindi anche del Comune, verso queste fasce deboli della società, verso questi nuovi poveri, per questo noi chiediamo una discussione di merito per capire, in un quadro di ristrettezze finanziare, come mettere a sistema tutte le misure che possono aiutare le persone in difficoltà”.