Nega, nega ogni addebito e va al contrattacco l’albanese Kujtim Beli, 60 anni, fermato ieri dai carabinieri nel porto di Bari, con l’accusa di aver ucciso a Terni, a colpi di pistola, il connazionale Demir Hyseni di 49 anni. Le indagini sull’omicidio di via Galvani sono coordinate dalla Procura di Terni, ma l’interrogatorio di convalida del fermo si è svolto a Bari.
Dinanzi al gip Annachiara Mastrorilli e al pm Marcello Quercia, lo straniero ha negato di aver ucciso il connazionale. Ha detto di non avere alcun motivo di risentimento nei suoi confronti anche perché è ormai da anni separato dalla moglie. Ha spiegato, inoltre, che quel giorno si trovava a Padova per lavoro e non a Terni e che era a Bari non per fuggire ma per tornare a casa in Albania.
Secondo l’accusa, invece, movente del delitto sarebbe stato un litigio proprio per via di una vecchia relazione sentimentale tra la vittima e la moglie dell’indagato. Contro Beli ci sono soprattutto le testimonianze di moglie e figlia di Hyseni, che dicono di aver riconosciuto quel vecchio amico di famiglia e di una persona che ha dichiarato di averlo visto mente buttava la pistola in un cassonetto. Il giudice si è riservato la decisione e depositerà nelle prossime ore il provvedimento di convalida del fermo ed eventuale la conferma della misura cautelare in carcere.
AGGIORNAMENTO
Il gip del Tribunale di Bari Annachiara Mastrorilli ha convalidato il fermo dell’uomo, eseguito ieri dai Carabinieri nel porto di Bari, dove il 60enne si stava imbarcando per tornare in Albania.
Il giudice ha emesso contestuale ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di omicidio volontario dichiarandosi poi incompetente per territorio e trasmettendo gli atti alla magistratura di Terni, titolare delle indagini sul delitto.