Il direttore dell’azienda ospedaliera Santa Maria risponde alla lettera che gli hanno inviato (da noi pubblicata nei giorni scorsi) i dipendenti non sindacalizzati dell’ospedale di Terni.
“Siamo interessati a discutere con tutti, a patto che il confronto sia volto alla ricerca di soluzioni e non alla semplice elencazione delle criticità – scrive Dal Maso – Il rinnovamento in sanità non può che partire dalla base, coinvolgendo tutti i professionisti protagonisti dei processi di cura. Ed è questo ciò che abbiamo iniziato a fare all’ospedale di Terni.
La mia porta è sempre aperta a portatori di idee, di soluzioni e di proposte migliorative – ribadisce Dal Maso – mentre si chiuderà progressivamente e sempre di più nei confronti di coloro che portano solo elenchi di problemi, in certi casi cronici e che, in molti casi, loro stessi generano o hanno generato.
Nel rinnovare quindi la mia volontà di condivisione e di dialogo, confermo anche ampia disponibilità per discutere di soluzioni. Basta sterili elenchi di problemi cronici.”
QUI LA LETTERA DEI DIPENDENTI NON ISCRITTI AD ALCUN SINDACATO DI CATEGORIA
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/i-dipendenti-non-sindacalizzati-dellospedale-smaria-di-terni-383236
Le organizzazioni sindacali dei medici, invece, ribattono alle risposte date dal direttore generale Maurizio Dal Maso, alle loro critiche.
“ANAAO, AAROI, CGIL MEDICI, CIMO, CISL MEDICI, FASSID-SNR, UIL MEDICI vogliono ristabilire la verità dei fatti e informare correttamente la cittadinanza ternana in merito alle seguenti situazioni:
La direzione generale dell’azienda ospedaliera ternana ha adottato iniziative unilaterali, anche significative, come nel caso della modifica dell’organizzazione del lavoro, tenendo sempre fuori dal confronto le organizzazioni sindacali.
Nel caso specifico, i sindacati -nella riunione del 26 gennaio scorso- sono stati convocati per discutere l’ordine del giorno relativo all’apertura dell’area interdivisionale medica (la struttura creata per parcheggiarvi pazienti provenienti da vari reparti). Peccato che l’apertura di tale reparto era però già stata fatta tre giorni prima, senza informare le organizzazioni sindacali.
Per tale ragione i sindacati non si sono presentati all’incontro in quanto non intendevano svolgere un ruolo di mera ratifica passiva di decisioni già prese in altri contesti e mai condivise.
Al riguardo – scrivono ancora i medici dell’ospedale di Terni – ci preme ribadire che quanto affermato dal Direttore Generale nella nota del 06/02/2017 -apparsa e diffusa dalla stampa- non corrisponde assolutamente al vero, tanto meno allo spirito collaborativo più volte auspicato dalle OOSS e mai messo in atto dalla attuale DG.
A conferma della scarsissima considerazione aziendale nei confronti delle OOSS, il fatto –qualcuno direbbe beffa- che siamo stati riconvocati solo il 27/02/2017, quindi a distanza di un mese dalla dichiarazione dello stato di agitazione sindacale.
Ci preme ribadire che la vita e l’attività professionale dei medici è esclusivamente finalizzata all’interesse della salute dei cittadini. Un obiettivo primario per noi, decisamente superiore a quello di quanti governano la sanità, che devono rispondere non solo ai bisogni della cittadinanza ma anche e soprattutto ad esigenze politiche e di budget.
Al riguardo apprendiamo dalla conferenza stampa indetta giovedì scorso, 16 febbraio, dal Direttore Generale e dal relativo comunicato stampa dell’azienda -diffuso dal direttore stesso- che fra le prossime nomine dei primari è prevista quella di una terza figura apicale in ambito urologico ad integrazione dei due reparti di Urologia già esistenti.
Un caso anomalo, visto che, di contro, stiamo assistendo ad un progressivo indebolimento di reparti che sono fondamentali per il mantenimento dell’ospedale di Terni all’interno delle strutture ospedaliere di 2° livello.
Al pari di tutti i professionisti sanitari dell’Azienda Ospedaliera (come dimostrano le vertenze attualmente in corso) – aggiungono le organizzazioni sindacali dei medici – non solo siamo costretti a lavorare in maniera disagiata, con un numero di ore ben superiore a quelle previste dal contratto, senza alcun riconoscimento, visitando pazienti in corridoi o in reparti diversi da quelli ai quali apparteniamo ed in quantità maggiori rispetto agli standard e soprattutto in condizioni al limite della sicurezza delle cure e della dignità umana, ma siamo anche etichettati come opportunisti. Sembra quasi che dietro all’esigenza di condividere scelte organizzative vitali per la collettività, ci siano delle motivazioni personali che riteniamo offensive e tendenziose.
Questa ferma mobilitazione generale da parte dei sindacati dei medici e del comparto non si era mai verificata prima. Evidentemente esiste e persiste un problema reale di personale. Il voler banalizzare, mistificare e personalizzare la situazione, ci sembra un atteggiamento scorretto e fuorviante, soprattutto a danno dei cittadini utenti del servizio sanitario.
I provvedimenti presi dalla direzione e attuati fino ad oggi -conclude la nota sindacale – non sembrano così efficaci, visto il perdurare e talvolta il peggiorare di criticità già note; In primis i tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie dell’ospedale di Terni e la creazione di reparti (come la Discharge Room) che non hanno avuto alcun riscontro funzionale nelle esigenze dei cittadini. Il numero esiguo dei ricoveri nella struttura ne è un fulgido esempio.”
QUI L’ANNUNCIO DELLO STATO DI AGITAZIONE E LA RISPOSTA DEL DIRETTORE MAURIZIO DAL MASO
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/terni-ospedale-stato-di-agitazione-dei-medici-381972
In serata è arrivata la controreplica del direttore generale dell’azienda ospedaliera Santa Maria, Maurizio Dal Maso, alle nuove critiche delle organizzazioni sindacali dei medici:
”
La Direzione della Azienda Ospedaliera di Terni si è mossa e continuerà a muoversi nel rispetto formale e sostanziale delle corrette relazioni sindacali del comparto e della dirigenza medica e non medica.
Nello specifico – precisa Dal Maso – le azioni di riorganizzazione urgenti collegate al periodo di criticità – che si stima si concluderà a marzo prossimo in cui si registra un iperafflusso di pazienti al e dal Pronto Soccorso – dovevano essere semplicemente comunicate, come informazione, ai Sindacati, non rientrando in nessuna variazione organizzativa, che invece richiederebbe concertazione o contrattazione.
L’invito alla riunione del 26 gennaio scorso, quindi, era una ulteriore dimostrazione di correttezza e considerazione nei confronti delle sigle sindacali mediche.
Ovviamente è interesse della Direzione discutere e confrontarsi nel merito delle scelte che stabilmente interesseranno questo Ospedale e quindi proposte migliorative fornite dai Sindacati medici saranno apprezzate, discusse e valorizzate nel corso dei prossimi mesi.
Spiace constatare – osserva Dal Maso – che, per una comprensibile ma non giustificabile volontà polemica, la citazione circa lo scarso uso della “Discharge room” non è un flop del Direttore generale (questa soluzione è in uso in moltissimi ospedali italiani) ma dipende dal fatto che non vengono preparate, il pomeriggio precedente, le dimissioni dei pazienti al fine di utilizzare la Discharge room la mattina, liberare prima i posti letto in reparto e agevolare il turn-over dei pazienti. Tutto ciò dipende da un uso non appropriato di risorse che l’Azienda mette a disposizione dei medici e non per demeriti del Direttore generale, come è facile capire.
Ricordo, infine – conclude Dal Maso – che per la Direzione generale la prima data utile per incontrare i Sindacati era il 27 febbraio prossimo non per “scorrettezza istituzionale”, come peraltro comunicato a voce ad alcuni rappresentanti sindacali – ma anche per fornire le documentazioni richieste e i dati di attività di queste azioni urgenti attuate tra gennaio e marzo.”