Da mercoledì 11 marzo presso l’Azienda ospedaliera S. Maria di Terni è attivo il “triage oncologico”.
Al momento, nell’ambito delle misure di contenimento della diffusione del Coronavirus che regolano l’accesso in ospedale, quello dedicato all’Oncologia è l’unico accesso alternativo alla portineria centrale ed è riservato esclusivamente ai malati oncologici.
“Credo si possa affermare di aver realizzato un piccolo miracolo – dice il direttore dell’Oncologia medica Sergio Bracarda – perché in poche ore all’esterno della attuale sala d’attesa dell’Oncologia è stato posizionato un container che è stato collegato alla rete elettrica ed è diventato operativo con grande soddisfazione degli utenti che si sono sentiti tutelati e accompagnati uno per uno in questo difficile momento“.
Dal container, dove il personale infermieristico coordinato da Cristina Proietti effettua il triage da Covid-19, i pazienti accedono direttamente alla sala d’attesa e da lì agli ambulatori o alla radioterapia sottostante, ma solo dopo aver compilato il questionario di pre-ingresso ed essere risultati idonei all’accesso e, se necessario, dopo aver posto eventuali domande per sciogliere dubbi anche legati all’attuale emergenza epidemiologica. Nella prima giornata di attività, fa sapere il direttore di dipartimento oncologico Ernesto Maranzano, tutto sembra aver funzionato egregiamente, dimostrando che anche nei momenti più difficili si possono dare risposte rapide e adeguate ai cittadini.
“Oltre al triage dedicato nel reparto di Oncologia – tiene a sottolineare il commissario straordinario Andrea Casciari – già dall’inizio della settimana scorsa sono in atto tutte le misure di sicurezza previste anche dai provvedimenti vigenti per il contrasto e la gestione di questa emergenza epidemiologica: i controlli oncologici sono stati infatti dilazionati nel tempo in modo da ridurre il numero di pazienti presenti in sala d’aspetto e consentire di mantenere la distanza minima di sicurezza, sono stati allontanati gli accompagnatori, salvo che per i pazienti non autosufficienti, e in sostanza sono state adottate tutte quelle misure che ci garantiscono un carico assistenziale accettabile, non soltanto continuando la presa in carico di pazienti urgenti, ma senza rimandare alcun trattamento chemioterapico, immunoterapico o di altro tipo che fosse già in atto o anche semplicemente programmato“.