“La proposta di spostamento dell’attuale sede di Oncoematologia dell’ospedale di Terni formulata nel 2015 non è più attuabile in quanto gli spazi precedentemente identificati sono attualmente occupati dall’area di degenza da 24 posti letto che potenziano la Medicina d’urgenza, al fine di ridurre la criticità dei pazienti ricoverati dal Pronto soccorso e appoggiati nei corridoi, anche alla luce di un numero di accessi che supera i 40mila, una media di 112 al giorno, con punte di 140”:lo ha affemato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Santa Maria” di Terni, Maurizio Dal Maso, nell’audizione convocata ieri dalla Commissione Sanità e Servizi sociali dell’Assemblea legislativa dell’Umbria su richiesta del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marco Squarta.
Il consigliere Squarta ha chiesto notizie sul progetto di trasferimento del reparto di Oncoematologia all’interno dell’ospedale di Terni, dopo avere raccolto testimonianze di pazienti che riferiscono di un “notevole affollamento nei locali e della necessità di posti letto in un reparto – ha sottolineato – dove le pratiche mediche possono essere invasive, necessitano di ambulatori terapeutici specifici e di cubature adeguate, mentre mi risulta che in spazi dove possono essere accolti 3 pazienti se ne possono trovare 6”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha quindi chiesto una verifica per conoscere il numero delle prestazioni ambulatoriali, “che dai dati in mio possesso sarebbe elevatissimo, oltre 32mila” e per sapere “se i locali sono a norma dal punto di vista igienico-sanitario e delle attrezzature necessarie”.
Il direttore Dal Maso -è scritto in una nota di Palazzo Cesaroni – ha risposto che invierà i dati richiesti anche ai membri della commissione presieduta da Attilio Solinas, con una relazione che segue gli esiti dell’incontro, tenutosi qualche giorno fa nel nosocomio ternano, a cui hanno preso parte anche il direttore sanitario Sandro Fratini e il direttore della struttura complessa di Oncoematologia Anna Marina Liberati, specificando che “sostanzialmente le problematiche da risolvere riguardano accoglienza e umanizzazione” e che un “gruppo tecnico di lavoro si occuperà di rivedere il progetto di riorganizzazione nella sede attuale di Oncoematologia”.