All’ospedale di Terni in un anno oltre 60 donne con fibroma uterino sono state trattate con una tecnica mininvasiva che consente di salvare l’utero e la fertilità. Dal 2015, infatti, la struttura di Radiologia interventistica del Santa Maria di Terni è divenuta centro di riferimento per il centro-sud Italia per il trattamento del fibroma uterino tramite embolizzazione, una tecnica mininvasiva per via endovascolare che rappresenta un’efficace e consolidata alternativa terapeutica alla chirurgia tradizionale. “Questa metodica permette di curare la patologia, a prescindere dal numero fibromi presenti e dalla loro grandezza, precisa il dottor Massimiliano Allegritti della Radiologia Interventistica di Terni, eliminando la sintomatologia correlata e salvando totalmente l’utero”. Le donne trattate con questa procedura hanno potuto evitare l’isterectomia in quanto si è avuto un completo riassorbimento dei fibromi, con notevole incremento della qualità della vita. I vantaggi di questo trattamento sono numerosi, spiegano dalla struttura di Radiologia Interventistica, innanzitutto la mini-invasività, in quanto il radiologo interventista, per occludere l’arteria che alimenta il fibroma, introduce un sottilissimo catetere vascolare (con diametro di circa 1 mm) a livello inguinale senza utilizzo dei bisturi. Inoltre c’e la possibilità di eseguire il trattamento in anestesia locale. Ciò comporta il ridotto tempo di degenza, che è di circa 48 ore, nonché il ritorno alle normali attività quotidiane in circa 4-7 giorni.
Un risultato che è frutto della collaborazione tra la struttura di Radiologia Interventistica (composta da Massimiliano Allegritti, Benedetta Enrico, Jacopo Tesei e Giovanni Passalacqua), la struttura complessa di ginecologia (diretta da Giampaolo Passalacqua) e l’equipe cardioanestesiologica (diretta da Fabrizio Ferilli) con la supervisione della dottoressa Lorenzina Bolli.I vantaggi di questo trattamento sono numerosi, spiegano dalla struttura di Radiologia Interventistica, innanzitutto la mini-invasività, in quanto il radiologo interventista, per occludere l’arteria che alimenta il fibroma, introduce un sottilissimo catetere vascolare (con diametro di circa 1 mm) a livello inguinale senza utilizzo dei bisturi. Inoltre c’e la possibilità di eseguire il trattamento in anestesia locale. Ciò comporta il ridotto tempo di degenza, che è di circa 48 ore, nonché il ritorno alle normali attività quotidiane in circa 4-7 giorni.
I vantaggi di questo trattamento sono numerosi, spiegano dalla struttura di Radiologia Interventistica, innanzitutto la mini-invasività, in quanto il radiologo interventista, per occludere l’arteria che alimenta il fibroma, introduce un sottilissimo catetere vascolare (con diametro di circa 1 mm) a livello inguinale senza utilizzo dei bisturi. Inoltre c’e la possibilità di eseguire il trattamento in anestesia locale. Ciò comporta il ridotto tempo di degenza, che è di circa 48 ore, nonché il ritorno alle normali attività quotidiane in circa 4-7 giorni.