Anche all’ospedale di Terni, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, l’ipertrofia prostatica benigna sarà trattata con il laser verde (Greenlight), un trattamento chirurgico mininvasivo che utilizza la tecnica di vaporizzazione in alternativa anche all’intervento endoscopico classico. Il nuovo strumento, che è sempre stato una priorità della professoressa Elisabetta Costantinidirettore della clinica urologica ad indirizzo andrologico ed uroginecologico, renderà l’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ancora più competitiva in tutti gli ambiti della specialistica urologica, con riferimento anche al trattamento di quella che è una delle patologie più diffuse nella popolazione maschile, seconda solo all’ipertensione arteriosa.
“L’ipertrofia della prostata è una patologia strettamente legata all’invecchiamento – spiega la professoressa Elisabetta Costantini – che colpisce circa il 50% degli uomini tra i 51 e i 60 anni e fino al 90% sopra gli 80 anni. Si stima che ne soffrano complessivamente 7 milioni di uomini in Italia e più di 110 milioni nel mondo, dati che inquadrano la dimensione della patologia come uno dei grandi problemi dei sistemi sanitari”.
Rispetto alle tecniche chirurgiche oggi maggiormente impiegate, come l’intervento endoscopico classico (TURP: resezione endoscopica transuretrale della prostata), il laser è una tecnica ancora meno invasiva con cui si ottengono gli stessi risultati funzionali per il paziente, ma con una percentuale minore di complicanze, minori tempi di degenza e in generale tempi di recupero decisamente inferiori in quanto, grazie alla coagulazione immediata dei tessuti si ha un minore sanguinamento durante l’intervento.
“Questa nuova metodica – continua la professoressa Costantini – ci permette di intervenire in sicurezza su particolari categorie di pazienti come i portatori di pacemaker o anche pazienti ad alto rischio, come quelli con malattie cardiovascolari e della coagulazione, che non saranno costretti a sospendere la terapia anticoagulante o antiaggregante prima dell’intervento, proprio perché il laser verde determina l’istantanea coagulazione dei vasi evitando il sanguinamento”.
I primi due pazienti operati dall’equipe della professoressa Costantini a fine luglio sono stati dimessi in seconda giornata con grande soddisfazione e ottimi risultati funzionali e dopo pochi giorni hanno potuto riprendere le più comuni attività quotidiane.