Non si può stare un momento senza preoccupazioni, a Terni. Avevamo appena gioito tutti quanti del fatto che non fossero stati bugiardi i consiglieri del centro destra, ed ecco che subito dopo sono accusati di dire bugie quelli delle opposizioni. Dice: beh, bugiardo più, bugiardo meno… Eh no. Perché i consiglieri comunali sono chiamati ad amministrare la città, ossia una intera comunità, sia quelli che la pensano in un modo che quelli che la pensano in un altro. Un cittadino votante, dopo, non può essere assalito del dubbio che lo abbiano preso in giro raccontandogli favolette o fantasie come quelle che sanno costruire i bugiardi matricolati. Uno perde la fiducia nelle istituzioni ed in chi le occupa seppur solo “pro tempore”,
“Non credete alle bugie che vi raccontano le opposizioni. La verità è che nonostante il dissesto economico e i disastri causati dalla sinistra, a Terni la Tari non verrà aumentata per nessuna categoria”. A prescindere dal merito della questione – se la tariffa rifiuti sarà rincarata oppure no – sorprende, per certi versi, il metodo. Perché l’accusa è comparsa sul profilo facebook del sindaco di Terni, non del solito “politologo” del Bar Sport. Che un sindaco usi gli a-social per aizzare contro le opposizioni definendole bugiarde appare un po’ sopra le righe e al di fuori di un minimo di savoir faire istituzionale.
Il sindaco, espressione dell’intera città e non solo della parte che lo ha votato, non può dimenticare che il ruolo delle opposizioni ha una rilevanza istituzionale e quindi l’opposizione va, proprio per questo, sicuramente contrastata, smentita semmai con fatti e argomentazioni, ma sempre rispettata. Primo segno di rispetto e correttezza istituzionale è che la replica, anche decisa, magari le accuse vanno semmai espresse nelle sedi demandate al confronto politico. Nonostante il “governo del cambiamento” non risulta che facebook o twitter e compagnia cantante ne facciano parte.
Non può far piacere alla comunità ternana che esista un sia pur piccolo dubbio che a Palazzo Spada siedano dei bugiardi. Proprio per questo, ad esempio, è stato accolto con soddisfazione e con un sospiro di liberazione il pronunciamento della magistratura favorevole a quei consiglieri della maggioranza di destra chiamati nell’aula giudiziaria a rispondere di false dichiarazioni in atto pubblico.
La vicenda – lo si ricorderà – riguardava la sussistenza di contenziosi col Comune: pendenze tariffarie, diatribe amministrative, dubbi in materia di edilizia e quant’altro. Tutte faccende che non avrebbero consentito loro non solo di essere eletti, ma nemmeno di candidarsi. La questione era seria: che fiducia si può dare a chi comincia a mentire già prima di andare in consiglio? Chi non si sentirebbe preso in giro da coloro cui ha assegnato la fiducia , contando in una città migliore?
In verità l’autocertificazione che quei consiglieri produssero taceva dell’esistenza di alcuni contenziosi, spesso riguardanti tariffe non corrisposte. Ebbene, già una prima tranche di quei consiglieri è stata liberata dalle accuse che riguardavano mancati pagamenti dovuti per pochi euro, in alcuni casi, ma anche per poco meno di diecimila euro di Tari evasa in altri. Comprensibile, certo, che non c’è malafede nel caso uno dimentichi una bolletta mensa del figlio o di una contravvenzione rimasta nel cassettino dell’auto: ovvio che se dimenticanza è tale resti anche quando si autocertifica – appunto – di non avere pendenze col Comune. Tanto è vero che tutti hanno – dopo l’esposto in procura – sistemato le loro questioni. Scordarelli, casomai, ma non bugiardi. Anche se dimenticarsi di non aver pagato la tariffa dei rifiuti per lunghi periodi significa quantomeno stare con la mente oltre la luna.
Nessun bugiardo nella maggioranza, quindi. E meno male perché i cittadini ternani hanno potuto tornare a guardare con fiducia – al di là delle posizioni politiche – a Palazzo Spada. Ma adesso, sentito il sindaco, al Bar Sport sono ripiombati nel dubbio. Ora ad essere in sospetto di bugiardi sono quelli che in consiglio comunale, nello svolgere il ruolo di opposizione, contestano l’operato dell’amministrazione. E torna l’ansia.