“Per eliminare le problematiche dovute al sovraffollamento e riportare l’ospedale Santa Maria di Terni ad una gestione ottimale, capace di dare risposte, senza le lunghe file di attesa o i letti nei corridoi, occorre passare dalle parole e dalle interviste ai fatti concreti. Occorre anzitutto dar corso alle previsioni del Piano sanitario regionale preadottato nel maggio 2019 che prevedeva il trasferimento degli ospedali di Narni e Amelia dalla Asl all’Azienda Ospedaliera di Terni”.
E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Partito Democratico Fabio Paparelli.
“I problemi attuali – spiega Paparelli – oggi non ci sarebbero con il PSR preadottato a maggio 2019 dalla Giunta Regionale da me presieduta, con il quale si dava mandato di ricomprendere alcuni ospedali, come ad esempio quelli di Narni-Amelia, nella rispettiva Azienda ospedaliera di riferimento, ovvero quella di Terni. Tale assetto si riteneva già allora opportuno e fondamentale per spostare in quei nosocomi la bassa e media complessità o servizi come il day surgery e liberare posti letto al Santa Maria per gli interventi più urgenti e complessi. Oggi più che mai – aggiunge Paparelli – non basta una ‘semplificazione dell’assetto organizzativo’, ma occorre celermente mettere in campo una integrazione orizzontale, tra alcuni ospedali ‘minori’ oggi sotto le Aziende USL e le Aziende ospedaliere che insistono sullo stesso territorio, riservando per le aziende ospedaliere l’alta specialità e trasferendo negli ospedali minori di territorio buona parte degli interventi a bassa intensità, oltre che le lungo degenze. Non solo il pieno impiego degli 80 posti letto dell’ospedale di Narni ma anche le decine di posti di quello di Amelia, insieme alla riapertura del pronto soccorso di Narni, che torniamo a chiedere con forza, eviterebbero gli inaccettabili picchi di utenza e le conseguenti file interminabili che si registrano ormai sistematicamente all’ospedale di Terni. Tutto ciò si può fare e subito”.
“Infine, faccio registrare che in assenza di un numero sufficiente di posti letto disponibili e carenza di strutture sanitarie pubbliche, così come è stato giustamente dichiarato pubblicamente dai vertici dell’Azienda di Terni, appare del tutto insensato e inopportuno, riconvertire a fini ricettivi gli spazi della ex Milizia, invece che impiegare quella struttura, già in parte attrezzata e vicina all’ospedale, per realizzare, in tempi brevi, strutture sanitarie a servizio dell’ospedale. Sorge allora legittimamente il sospetto che questa presunta impossibilità del sistema pubblico a far fronte a nuovi posti letto sia il pretesto per sdoganare l’intervento dei privati in questo settore. Ciò non stupirebbe affatto – conclude Paparelli – dato che il processo di privatizzazione della sanità messo in atto dalla Giunta regionale e dalla presidente Tesei sta andando proprio in questa direzione”