A Terni si preferisce dibattere sulla musica reggae o non reggae, sui soldi spesi per un “evento nazionale” ma de noandri e così può accadere che di questioni che potrebbero anch’esse dare una svolta – ma seria – in un’offerta turistica piuttosto asfittica si discuta a Calvi dell’Umbria. Proprio a Calvi, infatti nel quadro delle manifestazioni estive si è tirato in ballo Leonardo Da Vinci, la sua permanenza o il suo viaggio nell’Umbria del Sud in un periodo della sua vita, e quel disegno che rappresenta un paesaggio in cui spicca quella che se non è la Cascata delle Marmore è la sua gemella.
A Terni, in teoria la città che sembrerebbe la maggiore interessata a quel disegno scoperto da Luca Tomio – uno dei maggiori esperti al mondo tra gli studiosi Leonardiani – alla Galleria degli Uffizi, il dibattito su quel disegno si è perso nei rivoli di una polemica piuttosto provincialotta, incentrata sulla questione: è vero o non è vero. Il tutto poi sopito all’ombra dei dubbi e dello scetticismo come spesso accade, appunto, in una città di provincia timorosa di ogni novità.
Ma, dopo mesi e mesi, dopo l’utilizzo di quintali di carta e damigiane di inchiostro serviti più che altro a riferire polemiche, dopo un libro che racconta per filo e per segno i modi della scoperta e le motivazioni storiche e tecnico-scientifiche poste alla base del pronunciamento di Tomio, il dibattito “culturale” s’è indirizzato verso altri lidi: le buche sulle strade, i pini da buttar giù, i concerti a celebrazione di artisti che seppur grandi non hanno nessun legame stretto con Terni. Della Cascata delle Marmore si è parlato a scopi di promozione turistica, sì, ma occupandosi più che altro di biglietteria, parcheggi, fantomatici ascensori di cristallo o beandosi del numero di turisti ferragostani mordi e fuggi.
E così accade che dopo un lungo silenzio ammaliatore di quel disegno leonardesco si interessino a Calvi dell’Umbria, dove nell’ambito delle manifestazione estive si è inserito anche un intervento di esperti come Vittorio Sgarbi e Francesco Scoppola, un’autorità nel settore dei beni culturali. In quell’occasione, esaminando il disegno scoperto da Luca Tomio, è stata illustrata una nuova teoria. Il “Paesaggio con fiume” seconda opera di Leonardo e primo disegno lasciato ai posteri, raffigurerebbe, insieme alla Cascata delle Marmore, il paese di Calvi. “L’orientamento è quello, finalmente, dopo oltre cinque secoli- dice Francesco Scoppola – di riconoscere a Calvi questo primo paesaggio italiano, il primo paesaggio in assoluto della storia dell’arte occidentale”.
Può essere? Non può essere? Intanto se ne discute e Calvi dell’Umbria, nel suo piccolo, si bea e cavalca un dubbio che non può che far bene ad un centro che al turismo “colto” strizza l’occhio fin da quando si proclamò “Paese dei presepi”. Luca Tomio sostiene che “Riguardo la parte sinistra del celebre primo disegno di Leonardo (quella in cui è rappresentato un borgo fortificato, ndr) resto convinto che raffiguri il castello di Papigno sullo sfondo sia della Valle di Terni, con in evidenza le anse del Nera e l’altura fortificata di Colleluna, sia dei Monti Martani, con in evidenza la Torre di San Giovanni”.
Papigno o Calvi, quindi, il castello raffigurato sulla parte sinistra, ma che sulla destra ci sia la Cascata delle Marmore, appare ormai concetto del tutto acquisito. Aggiunge Tomio: “Ben venga però se vogliamo discutere di altri possibili scorci, come quello di Santa Maria della Neve presso Calvi. Sta di fatto comunque che sia io che Sgarbi e Scoppola identifichiamo ormai con certezza nella parte destra del disegno la rappresentazione della Cascata delle Marmore vista dal Belvedere Superiore. Al di là di alcuni dettagli che attendono dunque sistemazione definitiva, sta di fatto, ed è questo l’elemento di novità per la storia dell’arte, che nell’estate del 1473 Leonardo si trovava in Umbria Meridionale e ha ricomposto il paesaggio degli Uffizi con scorci riferibili a questo territorio, che sono tra l’altro presenti anche nello sfondo del Battesimo di Cristo, sempre agli Uffizi, dove sono riconoscibili vedute ancora della Cascata delle Marmore e anche del Lago di Piediluco”.
Da qui il suggerimento, da parte di Tomio, di ridefinire il disegno di Leonardo “Paesaggio con Cascata delle Marmore”. Ed il resto? “Per definire meglio, in ogni suo singolo dettaglio, rappresentazione e destinazione di questo celebre disegno sarebbe sufficiente unire le forze e trovare finalmente modo di approfondire e completare una ricerca rimasta in sospeso”, afferma.
Insomma, servirebbe un’iniziativa che si proponga di andare avanti nello studio particolareggiato del disegno mediante studi ulteriori, confronti, comparazioni, scambio di opinioni. Creando intorno al disegno degli Uffizi un’aura di curiosità che potrebbe essere soddisfatta dalla possibilità di controllare de visu se a Terni si estraesse dal cassetto e si esponesse la copia a suo tempo consegnata.
Basterebbe, alla fin fine, che ci fosse a livello istituzionale chi intenda investire poche migliaia di euro creando un’occasione valida sul piano storico e scientifico ed un biglietto da visita prestigioso per il marketing territoriale (quelli bravi ora dicono così). A Terni esiste un interesse del genere?