“Il tempo delle liti, delle divisioni, della contrapposizione, che sempre esistono nei grandi partiti, mi auguro che sia alle nostre spalle, quindi io lavoro con uno spirito unitario per portare al migliore risultato il Partito Democratico, serve un gioco di squadra.”
Lo ha detto, in apertura del suo intervento all’attivo del partito, che , di fatto, ha aperto a Terni la campagna elettorale del PD, l’onorevole Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della Camera, già ministro del lavoro nel secondo governo Prodi, e sindacalista di lungo corso della CGIL.
Come si sa la sua candidatura dall’alto, all’inizio non è stata molto ben accolta qui tanto che lo stesso Damiano ha espresso il suo rammarico per la mancata ricandidatura del senatore, Gianluca Rossi. “Io stesso ho saputo alle 4 di mattina – ha ricordato l’onorevole Damiano – di essere stato candidato qui”. Un territorio che peraltro conosce vivendo a San Gemini e per il quale ha combattuto battaglie, non ultima quella dell’area di crisi complessa, “il ministro Calenda – ha detto -dovrebbe venire a Terni prima della fine del mese a firmare il protocollo conclusivo”.
Damiano ha scaldato la platea quando ha detto, “dobbiamo essere orgogliosi di essere di sinistra, io lo sono e lo sono sempre stato e il PD è l’unico argine alla demagogia, al populismo al fascismo e al razzismo. A Todi – ha detto Damiano – abbiamo Casapound. Casapound a Orvieto vuole inaugurare una sede in una via intitolata ai martiri della resistenza, è un obbrobrio, dobbiamo avere una sollevazione morale e politica.”
L’attivo del PD è stato l’occasione per presentare i candidati del partito nel collegio di Terni di Camera e Senato.
E, infatti, erano presenti, oltre Damiano, candidato nell’uninominale della Camera, anche Simonetta Mignozzetti (uninominale del Senato) , Leonardo Grimani (proporzionale Senato) e Maurizio Terzino (proporzionale Camera).
In sala i vertici istituzionali, Catiuscia Marini e Fabio Paparelli , il sindaco Di Girolamo e i segretari provinciali e comunale del partito, Giovannelli e Silveri.
Su quanto accadrà dopo il 4 marzo nel caso in cui , molto probabile, non si fosse un vincitore, l’onorevole Damiano ha detto “non penso che sia possibile fare una coalizione fra il PD e Forza Italia, siamo forze concorrenti e antagoniste, non credo sia una strada percorribile”.